Emanuele Marazzi
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Emanuele Marazzi
CEO & Founder Emanuele Marazzi Full Communication
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
Ormai tutto cambia “troppo” velocemente, trend, esperienze, abitudini e anche il modo di emozionarsi. Molto probabilmente ci stiamo avvicinando all’epoca in cui nasceranno anche nuove tipologie, ancora inesplorate, di emozioni. Per stare al passo non serve più un nuovo modo di approcciare all’emotional branding, ma un nuovo meccanismo per accelerare e plasmare anche le emozioni, per aggiornare in tempo reale le strategie e virare in continuo e sempre più rapidamente. Cogliere il momentum diventa l’elemento tattico più funzionale al processo strategico.
L’instabilità, la complessità, l’interconnessione, l’interdipendenza sono meccanismi reali e ormai acquisiti; il presidio di tutti i media (in continuo sviluppo) è sempre più fondamentale come la gestione organica, direi “genetica”, della multi-trans-medialità. E’ sempre più evidente che tutto ciò continuerà ad evolvere e cambiare a una velocità crescente. Non servono ricerche o indagini per capire quanto questa realtà cresce, cresce e basta. E’ la rete stessa, il mercato che ci regala quotidianamente un’infinità di dati che oggi abbiamo imparato a chiamare BIG data.
Per vendere dobbiamo emozionare. Non è certo una novità!
Il punto riguarda come faremo a capire quali sono le emozioni che più ci inducono all’azione e soprattutto come cambiano e come potremo stimolare queste emozioni. Con la creatività?
Oggi le intelligenze artificiali ci insegnano che potremo contare sempre più sui robot, che riescono anche ad auto-imparare, e che presto saranno in grado, in modo decisamente più veloce di noi uomini, e soprattutto anche di “molti” creativi, a “deliverare” soluzioni inedite per il famoso ingaggio emozionale dei nostri pubblici.
Pronti alla nuova avventura? La rivoluzione creativa 4.0 è già iniziata.
La complessità del fattore umano nel percorso decisionale del consumatore è da sempre caratterizzante. Tuttavia oggi e in futuro le facoltà di misurare gli atteggiamenti del pubblico si evolvono e si svilupperanno maggiormente rispetto al passato. Ciò permette e permetterà di aumentare l’efficacia e le prestazione del marchio attraverso l’intero processo del marketing.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
Le attuali sorprendenti tecnologie stanno portando nuovi modi di interazione interpersonale, amplificando con mezzi molto potenti il coinvolgimento del consumer. Sentiment analysis, social intelligence, monitoraggio proattivo e multicanalità hanno l’obiettivo realizzabile di coordinare, integrare e ottimizzare la pluralità di risorse al servizio immediato del messaggio.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
Stimolare la partecipazione del consumatore per migliorare la reputazione del brand attraverso contenuti personalizzati è una frontiera alla nostra portata.
La viralità e la disintermediazione sono occasioni da sfruttare senza tuttavia perdere d’occhio la personalità del brand. Nessun limite temporale o confine fisico, la raggiungibilità globale, gli standard universali, le esperienze di consumo aumentate, la penetrazione e l’interattvità raggiunte abiliteranno la produzione e la distribuzione interattiva dell’ADV in senso classico.
Oggi le occasioni di contatto con i brand sono pressoché infinite, I messaggi si intrecciano nel contenuto, nei luoghi, nel tempo e scompare la gerarchia degli emittenti.