Patrizia Pfenninger
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Patrizia Pfenninger
Founder e Creative Director indica - Switzerland
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilià per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
L’essere umano con la sua sensibilità è la nostra bussola, è il nostro modo per orientarci attorno a noi e dentro noi stessi. I cinque sensi sono gli strumenti che ci rendono sensibili e caratterizzano quindi il fattore umano. A livello di sensorialità l’ascolto è fondamentale: se non riusciamo a decifrare la comunicazione non possiamo costruire i ponti necessari per convertire il messaggio in azione. La vista è un senso strepitoso in comunicazione, anche sotto il punto di vista della “visione” verso il futuro, per evolvere in questo momento di grandi cambiamenti. Personalmente ad esempio sono molto legata al sesto senso, ovvero al “buon senso”, che mette ancora di più l’uomo al centro della scena.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
Un elemento dei nostri giorni è l’essere social: essere a confronto con tutti sulle tematiche quotidiane. Siamo quasi dipendenti dalla tecnologia, ecco perché è fondamentale rimanere umani. La tecnologia non deve spaventare, perché è sempre l’uomo a gestirla: sono dei tool, degli strumenti, che con la nostra intelligenza dobbiamo saper gestire. I robot e le tecnologie ancora non sanno (e forse non potranno mai) restituirci degli aspetti emotivi.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
I millenial comunicano tramite la tecnologia, e vogliono essere ascoltati. Sui social la velocità è la parola d’ordine, e i brand devono quindi essere veloci a chiedere ai giovani, sulle loro piattaforme, che cosa desiderano.