Marco Matteoli
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Marco Matteoli
Direttore creativo mmad
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
Sensazioni ed emozioni solleticano tutti i cinque sensi nella comunicazione umana. La vista certo è il senso più colpito dai mezzi pubblicitari tradizionali, insieme all’udito. Gli altri soffrono. Ma vi si può alludere. La comunicazione come si è detto è una peculiarità umana: gli strumenti digitali ne evolvono la forma, cambia la quantità e la forza di diffusione del messaggio, ma non cambierà la capacità attrattiva dei buoni contenuti. Il sesto senso in comunicazione è un carattere che certamente appartiene a chi fa buona pubblicità: è la capacità di percepire ciò che interessa e coinvolge noi umani, tempestivamente, opportunamente. Lo si ha oppure no, non si può imparare. Le modalità di comunicazione si evolveranno sempre e potranno influenzare il linguaggio dei media; i social network ad esempio si stanno evolvendo verso un approccio simile ai mezzi tradizionali per favorire le inserzioni pubblicitarie. Ma la sensibilità di chi scrive il messaggio pubblicitario sarà sempre imprescindibile, e determinante.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
La brand extension esiste da tempo, i grandi marchi cercano nuove vie per costruire opportunità di business, uscendo dall’alveo del prodotto originale. Crea awareness e nuovi stakeholder. Questa pratica però ha successo solo se il brand è molto riconosciuto e forte.