Danila Monachesi
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Danila Monachesi
Titolare DM Direct Marketing, Comunicazione e Formazione
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
I cinque sensi sono l’espressione dell’individuo. Un individuo li possiede tutti ed è percepito attraverso i cinque sensi. La comunicazione è l’opportunità che noi tutti abbiamo per prelazionarci con il prossimo in modo emozionale, trasferendo le passioni che abbiamo e le competenze, attraverso gli strumenti che madre natura ci ha regalato. Non sprecare la comunicazione con un linguaggio povero e di basso livello ma contemplarne sempre la bellezza utilizzando le più belle parole.
Dei cinque sensi in comunicazione la vista ha certamente il ruolo principale: tutto ciò che è visual attira l’attenzione del target. Aggiungerei anche l’udito, oggi molto sfruttato per ingaggiare. Per esempio la musica, gioca un ruolo fondamentale per attirare l’attenzione e per mettere in moto le emozioni. Anche l’olfatto esige una menzione, forse meno sfruttato, ma se un buon odore viene abbinato a location o a brand funge anch’esso da attivatore. Infine dei cinque sensi parlerei di gusto. Come non parlarne in un mondo in cui l’argomento cooking è ormai all’ordine del giorno. Qualcosa di buono fidelizza sempre e invita a ritornare per riprovare la medesima sensazione piacevole provata la prima volta.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
La tecnologia sta avendo un impatto decisivo sulla nostra vita: oggi senza tecnologia non possiamo più comunicare, specialmente con i nativi digitali. Non possiamo comunque dimenticarci dell’esperienza dell’analogico, della carta e matita. La consapevolezza del passato è importantissima.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
La brand extension ci pone di fronte a un bivio: innovare il settore o cambiare categoria? Bisogna sempre fare riferimento alla coerenza del brand, se non si vuole correre il rischio della spersonalizzazione e della perdita di riconoscibilità