Simone Radaelli
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Simone Radaelli
Managing Director 21iLAB
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
Viviamo immersi in un grande rumore di fondo. Oggi, ogni consumatore è continuamente bersagliato di messaggi: per questo è sempre più importante trovare una chiave per emergere, per rendersi memorabili.
Spesso la sensibilità e le emozioni vengono collegate esclusivamente al come viene comunicato un contenuto, a quale tono di voce viene scelto; lavorare su un tono di voce personale, che suoni credibile e non distante agli occhi dei clienti, è sicuramente fondamentale, ma a mio avviso non basta.
Il vero elemento imprescindibile per una comunicazione di successo sono il valore e la qualità dei contenuti, che vanno curati prima di ogni altro elemento.
E proprio qui non si può prescindere dall’elemento umano: per fare un contenuto di valore ci vogliono sì competenze tecniche specifiche, capacità di muoversi nel settore di pertinenza e ovviamente competenze in ambito comunicativo, ma questo non è sufficiente, perché questo lo possono offrire in molti.
Ciò che fa la differenza fra contenuti già visti e contenuti che raggiungono gli obiettivi, invece, è un elemento che si può allenare, ma che nessuno può costruire da zero: l’empatia, la sensibilità di cogliere i bisogni del tuo target e di capire come raccontarli e risolverli.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
Il fattore umano ci porta a costruire un nuovo livello di interazione con il consumatore, più diretto e quindi più efficace: il nostro interlocutore non è più un consumatore fra i tanti ma una persona con cui avere una conversazione vera, che non suoni artefatta e che sia capace di innescare il fattore fondamentale della fiducia.
In una parola, una comunicazione non più BtoB o BtoC ma HtoH: human to human.
La tecnologia è già pronta, la vera sfida è riuscire a sfruttarla in modo sensato ed efficace. Per questo l’elemento umano sarà, ancora una volta, fondamentale: la tecnologia è un supporto a ciò che sta realmente cambiando, cioè i modelli relazionali, che si muovono sempre più verso una fusione fra reale e virtuale, creando dei nuovi e inediti punti di forza.
Non credo che l’ADV classico sia destinato a morire ma, anzi, potrà vivere una vera e propria rinascita nel momento in cui saprà sfruttare la tecnologia, il virtuale, come estensione intelligente per una comunicazione integrata e multicanale.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
Guardare a diversi settori è fondamentale oggi più che mai, soprattutto allo scopo di rendersi memorabili. D’altronde, creare nuove strategie di marketing non è forse saper cambiare continuamente prospettiva? Studiare come gli altri si muovono, anche in settori lontani dal tuo mondo, e rielaborare continuamente questi stimoli per creare idee completamente nuove? Penso a esempi come la centralità che ha dato Dropbox nella propria strategia di lancio ai video Common Craft, prima di allora legati solo al mondo dell’istruzione o dell’how-to online, o alla capacità che ha avuto una azienda come Mc Donald’s di fare proprio il linguaggio e l’immaginario del mondo healthy e Km zero per riposizionarsi nel mercato e aprirsi anche alla clientela più critica.
Il digital è un’arma a doppio taglio, perché amplifica e velocizza tutto: può permetterti di raggiungere velocemente grandi successi e di incassare, altrettanto velocemente, sonore sconfitte. Per questo è fondamentale affidarsi a dei partner qualificati, che conoscano bene gli strumenti da utilizzare e siano in grado di selezionare gli obiettivi giusti e di impostare le corrette strategie per raggiungerli.