Pasquale Diaferia
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Pasquale Diaferia
Creative Chairman Special Team
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
I cinque sensi in comunicazione si ricollegano al discorso sul ritorno del fattore umano sulla tecnologia. Quando comunichiamo, lo facciamo sempre a una persona che ha una sua sensibilità, ma anche gusti e passioni, che vanno anche oltre il classificabile. Il problema non è solo stimolare i sensi del consumatore, ma colpirlo al cuore, alla pancia, sotto la pelle: noi dobbiamo farli innamorare di oggetti immateriali quali possono essere i brand.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
Il problema della tecnologia è che deve restare solo un mezzo. Dobbiamo imparare a distinguere tra i mezzi di comunicazione. A questi strumenti straordinari poi va data un’anima, una sensibilità linguistica, un carattere: la tecnologia deve rimanere un mezzo e non un fine.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
La base del pensiero strategico è che non puoi vendere tutto a tutti: quindi come modificare il tuo prodotto? Esiste anche il fascino dell’essere diversi. I brand devono rimanere forti, riconoscibili, anche avvicinandosi ai desideri del loro target. Personalmente sono critico su questo tipo di operazioni di brand extension, si rischia sempre molto, è facile vedere scemare riconoscibilità e valore del brand.