Patrizia Bertolesi
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Patrizia Bertolesi
Direttore Creativo Lovoconcept
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
Recentemente un’esperienza con un cliente della grande distribuzione mi ha fatto capire l’importanza dei cinque sensi in comunicazione. Creare engagement con l’utente finale, con una strategia empatica, ad esempio con degustazioni, con discorsi legati all’olfatto, al toccare con mano, permette di segmentare l’offerta dal punto vendita territoriale al cliente finale. Un altro aspetto importante riguarda l’udito, il richiamo di certe situazioni votate a una comunicazione che non sia invasiva ma stimolante.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
La tecnologia è un aspetto in continuo divenire. Il mobile attualmente sembra essere il padrone: questo vuol dire pensare a far comunicazione in modo fortemente targettizzato e personalizzato. Questo processo è anche possibile per via della gran mole di dati personali lasciati sulla rete e che gli strumenti tecnologici a nostra disposizione ci mettono a disposizione.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
Talvolta la fortissima personalizzazione può portare a casi di brand extension: è un trend molto attuale che stanno seguendo tutti i big players per portare un punto di contatto one to one con l’utente, che in questo modo ha un ruolo attivo e si fidelizza al brand.