Luca Targa
Comunicazione = Informazione, Intrattenimento e Creatività
Luca Targa CEO e Direttore Creativo Inside btb
Informazione, intrattenimento e creatività continuano a essere le parole chiave della comunicazione.
Pensa che oggi il target sia più consapevole di quello che desidera e di quello che si può aspettare dai brand?
Sicuramente oggi ci troviamo di fronte ad un pubblico motivato da logiche nuove rispetto a ciò che acquista. Il periodo di crisi che stiamo attraversando comporta inevitabilmente una riflessione più approfondita nei confronti del prodotto e, di conseguenza, del brand. Fino a qualche anno fa, ad esempio, non c’era una sensibilità così accentuata verso i comportamenti eco-sostenibili dei vari brand. Questo comporta, nel consumatore, una maggiore consapevolezza di quello che acquista, anche perché ha realmente la possibilità di scegliere un prodotto piuttosto che un altro. Non è mai stato semplice fidelizzare il consumatore e tanto meno lo è oggi, perché la scelta dei prodotti è più variegata e il consumatore sempre più esigente. Ci troviamo di fronte ad una tipologia di cliente più complessa, che va al di là del prodotto in sé e segue logiche d’acquisto fino a prima considerate marginali. Ne consegue che anche la filosofia di un’azienda, la sua mission, ricopre un ruolo di primo piano agli occhi del target.
Quanto è importante l’informazione del prodotto che acquistiamo? Il concetto di sostenibilità ambientale o sociale può essere d’aiuto alle aziende?
E’ chiaro che, avendo di fronte un target molto più consapevole rispetto a prima, l’informazione del prodotto (e il modo di comunicarlo) è essenziale. Se un’azienda sposa i valori di sostenibilità sociale o ambientale, questi vanno certamente comunicati al pubblico, perché costituiscono un valore aggiunto dell’azienda stessa. Certo, non sono questi gli unici aspetti sui quali un consumatore si sofferma, ma rientrano all’interno di quei meccanismi più complessi che ho già accennato prima e che spingono il target all’acquisto di un particolare prodotto.
Stiamo cercando di evadere dalle nostre abitudini, abbiamo sempre più desiderio di intrattenerci con devices tecnologici portatili. Sarà questa la nuova frontiera della comunicazione?
Chi può dirlo? La tecnologia è un settore talmente mutevole, che già è faticoso riuscire a starci al passo, figuriamoci a prevederne gli scenari futuri! Viviamo in una società frenetica, il tempo libero ha un ruolo sempre più marginale, quindi è logico che le tecnologie servano anche a semplificare certe azioni della vita quotidiana che, diversamente, richiederebbero un maggiore spreco di tempo, come ad esempio guardare la televisione. Credo che, attualmente, la tecnologia stia andando nella direzione della fruizione sempre più semplice e immediata: non è fantascienza la possibilità di guardare un film sulla metro mentre si rientra dal lavoro! A mio avviso, comunque non dobbiamo perdere di vista che è altrettanto fondamentale riuscire a ritagliarsi del tempo per se stessi, per dedicarci alle cose che amiamo, cose che la tecnologia non potrà mai sostituire.
Crede che le aziende siano portate a fare una scelta fra le diverse strategie di comunicazione oggi disponibili? Quanto conta il grado di integrazione dei media?
L’aumento della complessità sociale e quindi anche delle possibilità da essa offerta, comporta sempre delle scelte. Ovviamente, più alto è il grado di complessità, più è probabile che una scelta mirata e consapevole dia i suoi frutti. Perché è motivata da logiche precise e non casuali. L’integrazione di media diversi rientra all’interno di questa complessità che, se ben sfruttata, può essere un’ottima risorsa. Certo, è difficile generalizzare, ogni caso andrebbe valutato singolarmente.
La Creatività va d’accordo con gli attuali budget ridotti? Come l’apporto creativo può agevolare la trasmissione del messaggio?
Il problema dei budget ridotti a disposizione delle aziende è sempre stato uno scoglio per le piccole agenzie di comunicazione e di pubblicità come la mia, poiché lo sforzo è maggiore: bisogna trovare idee vincenti a poco prezzo. Però sono convinto che siano le idee a fare i soldi e non il contrario, per cui lo sviluppo di buone proposte creative non deve per forza dipendere dal budget a disposizione. Noi, per esempio, abbiamo realizzato diverse campagne low budget ma che hanno riscontrato un largo successo e ci hanno portato anche a vincere importanti riconoscimenti. Per quanto riguarda il secondo punto, in generale credo che più un’idea creativa è buona, più è facilitata la trasmissione del messaggio. Ci sono brand che devono quasi tutto del loro successo al fatto di aver promosso ottime campagne pubblicitarie. Il modo con cui si comunica è fondamentale anche ai fini della sedimentazione del messaggio stesso sul pubblico di riferimento.
L’attuale fase di transizione può ampliare la competitività fra i diversi stili creativi?
Ogni fase di transizione è caratterizzata o dalla nascita di nuove idee oppure dallo sviluppo di nuove dinamiche competitive tra le idee già esistenti. Per cui certo, l’avvento di nuovi mezzi di comunicazione (come tutti quelli offerti da Internet, che sono molto efficaci e comportano spese anche ridotte) comporta una continua rivisitazione dei meccanismi intrinseci alla comunicazione stessa. In pratica, credo che i processi che stanno alla base della comunicazione rimangano pressoché invariati, ma possono assumere forme diverse a seconda del mezzo sul quale vengono implementati. In un certo senso, gli stili creativi possono essere paragonati alla moda: possono passare, ma non è detto che non ritornino in voga, magari dopo decenni. Certo, la comunicazione è un sistema in continua evoluzione, per cui è normale che vada continuamente ripensata e rinnovata; la creatività (e quindi l’innovazione) ne è la linfa vitale.