Cesare Fracca
Presidente e Executive Producer Haibun
Partiamo dal film di Erotika: una produzione un po’ particolare....
Non per noi! Nel 1995, Haibun è nata proprio dalla voglia di lavorare a modo nostro, di porci al servizio della creatività, di contribuire, nel nostro ruolo, a far emergere le buone idee creative, anche piccole. In poche parole, volevamo produrre bei film con belle idee.
Questo film è un esempio lampante della nostra filosofia. Quando Agostino Toscana e Guido Cornara, direttori creativi della Saatchi & Saatchi, mi hanno chiamato per produrre Erotika, ci è piaciuta subito, anche se non c’era budget. L’abbiamo messo insieme in economia, utilizzando le risorse che avevamo: l’attore principale, il fonico, l’operatore sono creativi della Saatchi; Agostino ha fatto il regista; la produzione è durata 45 minuti e in due take abbiamo girato tutto.
E’ stato rapido e divertente, con momenti davvero comici: come in post produzione, quando dovevamo realizzare ad hoc l’audio del film porno e l’agenzia ci ha fatto incontrare in sala di registrazione una vera professionista del campo.... che stranamente era più imbarazzata di noi e arrossiva dietro il microfono...
Ecco, probabilmente noi eravamo le persone giuste per una produzione di questo tipo. Ci abbiamo creduto subito e ne abbiamo avuto delle belle soddisfazioni: oltre al premio Mediastars, il film ha ricevuto l’argento al New York Film Festival e numerosi altri riconoscimenti.
A cosa si deve questo successo secondo te?
E’ piaciuto perché sorprende, c’è questa totale incongruenza tra l’audio del film porno e le immagini che vedi, che non ti aspetti: così attira l’attenzione, lo guardi “fino all’ultima vocale” per vedere come fa a finire.
E poi usa l’ironia per dire una cosa vera: in certi film i dialoghi non sono così importanti...
Quindi in questo caso per noi è stato facile: l’idea creativa era forte, andava da sola, si trattava solo di renderla al meglio. Abbiamo lavorato in perfetta sintonia con l’agenzia.
Non sempre il vostro lavoro fila così liscio, immagino....
No di certo. A volte il nostro contributo per realizzare la creatività dell’agenzia è molto più rilevante: mi viene in mente la campagna ‘Carni sicure’ per Coop, con Lowe Pirella. Qui si utilizzava la metafora dell’air bag che si gonfiava a proteggere una serie di animali. Il cliente voleva una realizzazione ‘al naturale’, senza trucchi, il che non era certo facile.
Ci abbiamo pensato su e abbiamo risolto il problema in modo fondamentalmente semplice: addestrando gli animali – grazie all’aiuto di un professionista - ad andare a sbattere senza paura contro dei veri air bag realizzati ad hoc, il tutto con estremo realismo e senza alcun maltrattamento verso gli animali...
Insomma, cerchiamo di capire cosa vogliono i creativi: in questo caso volevano la verità, e noi ci siamo impegnati per fargliela avere.
Non ci fermiamo di fronte alle difficoltà, anzi, la nostra filosofia si esprime già nel nostro nome, ‘Haibun’, che indica un concetto zen: “l’arte di dire e fare cose complesse in modo semplice”.
Qual è la vostra ricetta per affrontare un mercato che certo non attraversa il suo momento migliore?
Il momento non è roseo, ma noi cerchiamo di mantenerci fedeli alle nostre scelte: in fondo, come diceva Mandela, un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso...
Proprio per sottolineare la nostra filosofia, basata su una grande attenzione verso la creatività, da due anni produciamo ‘Toolbox’, una ‘cassetta degli attrezzi per la mente’: è una raccolta di stimoli creativi (cortometraggi, spot, videoclip), che mandiamo a creativi e clienti illuminati.
Crediamo infatti che, per superare questo momento di crisi, si debba tornare alla pubblicità che sorprende, che crea attenzione, che si fa ricordare: il che vuol dire, da parte del cliente, lasciare alle agenzie il loro ruolo creativo, lasciarle libere di trovare il partner più adatto, tornare alle origini, quando l’agenzia era un consulente ascoltato.
Questo significa scegliere la casa di produzione secondo criteri di merito, una scelta che finisce per premiare chi ha continuato a lavorare con serietà e professionalità.
Nell’immediato, quali sono i vostri progetti?
Noi puntiamo molto sui registi, stiamo lanciando una nuova squadra di registi in esclusiva, che ci aiutino ad esprimere al meglio la nostra filosofia: per noi il regista è determinante, è in fondo il nostro prodotto fondamentale e, poiché ci rivolgiamo sempre di più all’estero, riteniamo che avere alle spalle talenti in grado di affrontare anche questi mercati sia determinante.
Siamo poi sempre pronti a lavorare con registi di ‘ricerca pura’, per quei progetti particolari che hanno bisogno di una regia particolare.
Nella nostra squadra già annoveriamo Boris Damast, regista comedy di Los Angeles che ha firmato campagne come Ariete, Direct Line, Imetec, Fiat JTD: ci è piaciuto molto il suo modo di elaborare il trattamento, la sua capacità di concentrarsi sulle cose creative veramente importanti, il suo stile, il suo humour con una vena surreale, un genere che funziona molto bene adesso.
Abbiamo appena preso in esclusiva un regista italiano molto importante, Piergiorgio Gay, che vogliamo lanciare nel mondo pubblicitario e presto avremo una serie di nomi stranieri, che stiamo andando a scovare in tutta Europa.
Che cosa ti fa capire che il vostro impegno è stato apprezzato, in quali momenti emerge?
Nel nostro lavoro lo sforzo si vede raramente dal di fuori, non è che si vince sempre un premio a Cannes... è quando vedi il cliente e l’agenzia felici, perché sei riuscito a tirare fuori il meglio dall’idea creativa, sono queste cose che ti fanno capire che hai lavorato bene...