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Angelo Mazzi

Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...

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Angelo Mazzi
Founding Partner Mai Tai

Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?

La nostra agenzia non ha un direttore creativo deputato all’elaborazione dell’idea creativa e la condivisione dei brief avviene coinvolgendo tutto il team di lavoro. Riteniamo che una buona idea possa nascere da chiunque e che un sano confronto, dato da know how e background differenti, possa essere da stimolo per chiunque. Abituarsi a sentirsi creativi aiuta anche chi non lo è ad avvicinarsi ad un certo modo di pensare creativamente per poter riuscire, anche alla lunga, a dare il proprio contributo creativo.

Le idee emergono liberamente senza paletti o filtri particolari e da lì si inizia a scremare e selezionare le idee ritenute più valide o che meglio sposano il singolo brief. Il nostro limite, che ritengo limite non sia, è che l’idea creativa deve tener ben conto di una serie di restrizioni che l’evento “su strada” ha rispetto ai media tradizionali. Elaborare un’idea creativa per uno spot televisivo o per una creatività stampa permette qualsiasi volo pindarico, farlo per un evento da realizzare in una piazza, che prevede determinati vincoli strutturali, incognite climatiche e tempi burocratici è sicuramente tutt’altra cosa. Un buon creativo di eventi è colui che è in grado di mixare una buona idea creativa con elementi tangibili ed imprescindibili come quelli accennati sopra.

La nostra agenzia realizza tendenzialmente eventi non convenzionali outdoor e le idee devono pertanto essere, chiaramente anche in relazione al budget a disposizione, divertenti, coinvolgenti, ingaggianti e possibilmente notiziabili (meglio se memorabili). Per fare tutto questo non c’è una metodologia particolare da seguire se non quella data dall’esperienza e dalla conoscenza della tipologia di attività da realizzare. Implementare un’attività di guerrilla marketing è ben diverso da realizzare un’attività di ambient marketing od un road tour. Bisogna conoscere bene la materia e saper adattare l’idea al budget ed al brief consapevoli di lavorare in un settore in continua evoluzione dove le idee si bruciano “più veloce di presto” e, visto che non è possibile inventare continuamente, anche una buona capacità di rilettura delle idee può essere una chiave di volta (l’innovazione è un’importante chiave strategica dell’intero processo creativo).

Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?

Saper arrivare al consumatore finale grazie ad un’attività che sia per lui l’Esperienza è per noi la vera sfida. In un contesto dove si è continuamente bombardati da attività ad alta visibilità bisogna saper emergere e per farlo non è tanto il budget che incide (ma talvolta lo è) quanto l’idea.

Spesso grazie ad idee illuminanti anche brief deboli o budget irrisori possono dar vita ad attività memorabili. Oggi i canali social permettono agli eventi sul territorio di continuare la loro vita grazie a visualizzazioni e condivisioni che amplificano il messaggio e garantiscono nuova linfa ad eventi che altrimenti si esaurirebbero in pochi giorni.

Il mondo digital sta acquisendo sempre più una notevole importanza e le connessioni con il mondo degli eventi sono sempre più strategiche. Oggi pensare un evento vuole anche dire saper pensare ad una possibile strategia digitale che sfrutti i canali social e le dinamiche di condivisione di contenuti. I contenuti sono diventati l’elemento trainante di un evento. Oggi non basta distribuire sample di prodotto o gadget, far assaggiare qualcosa o rimanere colpiti da un’installazione creativa.

Oggi è necessario creare contenuti che l’utente finale possa poi condividere od usufruire perché è in questo modo che possiamo garantire lunga vita al nostro evento, prodotto o servizio. Il messaggio non è più passivo ma estremamente attivo e solo un brand in grado di capirlo, adattando il messaggio al target e all’evento realizzato, sarà in grado di raggiungere cuore e mente del consumatore finale finendo sulle homepage dei suoi canali social. A qual punto, gran parte del lavoro è già stato fatto. Ma non finisce qui perché un buon progetto richiede che quel Seme si trasformi poi in Meme e possa dar vita ad un evento nell’evento. A quel punto sarà il nostro consumatore finale ad essere il promotore del messaggio e l’autorevolezza della nostra comunicazione sarà totale.

Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?

Beh, innanzitutto non aver ben chiaro il proprio target di riferimento. Spesso le aziende tendono ad ampliare molto la base del loro target ma questo, se da un lato permette di poter raggiungere un maggior numero potenziale di persone, dall’altro disperde molti contatti ed abbassa il tasso di conversione obiettivo dell’attività.

Un altro errore che spesso viene commesso è quello di sbagliare tono della propria comunicazione. Noi che facciamo eventi sappiamo quanto sia importante saper parlare nella maniera corretta al proprio target, che dev’essere ingaggiato e “trattato” nella maniera migliore evitando interferenze di comunicazione che potrebbero influenzare i risultati sperati.

Saper passare un brief dettagliato e centrato è un altro aspetto molto importante. Spesso e volentieri i clienti consegnano alle agenzie brief incompleti o poveri di informazioni utili a realizzare al meglio la strategia di comunicazione.

Ritengo inoltre che il rispetto dei tempi per poter lavorare al meglio, anche se non direttamente legato alla comunicazione, sia in realtà un errore che infici la comunicazione stessa. Avere il giusto tempo a disposizione per poter elaborare l’idea creativa migliore è fondamentale. Far lavorare le agenzie con tempi inaccettabili non permette di lavorare al meglio e quindi di poter elaborare la giusta comunicazione.

Infine, un altro errore in comunicazione da evitare, ritengo sia quello di non avere il coraggio di osare limitandosi a sposare idee sicure e garantite (fino a quando non ci sarà poi qualcuno disposto ad osare e da seguire). E’ facile sposare una comunicazione garantita a discapito di idee più innovative e rischiose!

Ma se vogliamo stilare un decalogo sulla comunicazione a 360°, chi meglio di uno dei più grandi comunicatori di sempre è in grado di farlo? Da Steve Jobs ecco i sui 14, e non 10, comandamenti:
Focus - Concentrarsi sulle cose fondamentali
Simplicity – Eliminare ciò che non è necessario, come Apple ha fatto per i suoi prodotti
Elegance – Intesa come capacità dei prodotti/servizi di essere funzionali
Innovation – Puntare anche su idee vecchie per crearne nuove
Authenticity – Creare idee e prodotti che siano il risultato della passione delle persone
Vision – Costruirla sulla base di ciò che si può e si vuole offrire
Certitude – Certezza di poter fare sempre di più, in primis
Discernment – Ascoltare e capire cosa chiede il mercato
Tenacity – Tenere il volante dritto verso i propri obiettivi
Selectivity – Abbasso la mediocrità, meglio circondarsi solo di idee e persone che valgono
Collaboration – Interazione e brainstorming sono tra i segreti del successo
Detail – Non trascurare mai i dettagli, sono loro a far la differenza
Imagination – Immaginare è alla base della scienza
Non conformity – Semplicemente, “Stay hungry, stay foolish”

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Mediaform nasce con l'obiettivo di ricercare le possibilità di sinergia e interazione fra il mondo accademico e la realtà delle agenzie

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Ultimo aggiornamento:
1 agosto 2022
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