Matteo Rolfo
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Matteo Rolfo
Managing Director at ARC'S Design Agency
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Il metodo lo insegna la letteratura: brief, studio del contesto competitivo e variabili da attivare, creazione di un output creativo di valore.
La sensibilità al progetto è data dalle persone coinvolte nel team di lavoro e dal loro know how ed è questa variabile che oggi più che mai, in un mondo pieno di professionisti e strutture fa la differenza nel creare un contenuto.
Fondamentale la comprensione del brief: capire se la direzione che vuole prendere l’azienda è davvero quella giusta o necessita di qualche correttivo. Il brief è una guida e in un buon processo creativo, durante i vari step, è bene fermarsi e capire se si sta andando nella corretta direzione oppure se metter in discussione quanto richiesto e proporre quindi una revisione della strategia comunicativa e di conseguenza del contenuto.
Non sempre può essere accettato un cambio di prospettiva di questo tipo ma di sicuro utile “a far aprire gli occhi” su nuovi scenari sia per l’agenzia che per aziende clienti.
Il confronto interno nel gruppo di lavoro è fondamentale, un messaggio frutto del talento e della discussione tra professionisti deve essere pienamente accettato prima all’interno della struttura, per poi essere in grado di convincere un cliente e a quel punto tutte le forze scenderanno in campo per conquistare il consumatore.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
I contenuti, sono sempre stati al centro della comunicazione, ma fino a qualche anno fa i punti di contatto e i mezzi per portare questi contenuti ai consumatori erano nettamente inferiori e di conseguenza soltanto alcuni contenuti venivano “sfruttati” dalle aziende.
Oggi un’azienda è in quotidiano contatto con i propri consumatori attraverso la tecnologia e ha dunque la possibilità di trasformare un considerevole numero di “cose che fa/cose che succedono” in contenuti e messaggi per ingaggiare gli utenti. La bravura di queste nuove figure, che siano in agenzia o interne alle aziende, sta nel capire quali contenti sfruttare, come e dove veicolarli; un buon content manager oggi deve sicuramente lavorare in questa direzione.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Sembrerà banale ma buona parte degli errori in comunicazione sono dati dalla fretta e mancanza di lucidità: fretta di produrre, di comunicare, di cambiare a causa delle mosse dei competitors o delle reazioni dei consumatori sui canali social.
Per quanto possibile pianificare, rivedere, studiare, osservare con attenzione cosa fanno “gli altri” è di fondamentale importanza; sono azioni che troppo spesso a causa dell’alta velocità a cui il settore è costretto a viaggiare vengono spesso tralasciate.
Detto ciò: errare è umano ed osare sta alla base di questo mestiere.
La vera sfida è saper rispondere adeguatamente agli errori, questa è la vera chiave di volta per agenzie ad aziende che vogliono comunicare efficacemente in un mondo sempre più diretto e veloce.
Servizio clienti, rispondere, capire le esigenze del consumatore e saperlo riconquistare: questi le basi sui cui le aziende devono crescere e le agenzie essere in grado supportarle in modo adeguato in termini di contenuti e tempi di risposta.