Anita Falcetta
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Anita Falcetta
Marketing & Communication Strategist
Digital & Community Consultant Imago Mundi Art - Luciano Benetton Collection
Come ti senti quando alla fine di un viaggio hai voglia di tornare nel posto in cui sei appena stato?
Mediamente molto bene!
Cosa fai dopo?
Trovo il primo momento utile per ritornare...
Perchè?
Perchè mi sono sentito a Casa.
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
In fatto di metodo non credo esista un dogma universale. Esiste un sistema di regole, ingredienti di base per l'esercizio consapevole della professione, che insieme alla capacità di ciascuno di elaborare un proprio metodo, rendono possibile la costruzione della catena del valore o del disvalore.
Credo sia necessario rimanere saldamente ancorati ai numeri, lavorare insieme al cliente prima ancora che lui stesso trasmetta un brief, supportandolo nella traduzione dei suoi obiettivi commerciali in obiettivi di marketing e messaggi di comunicazione, aiutandolo a definire il suo target, e soprattutto a comprendere l'elevato dinamismo del mercato e il conseguente veloce/periodico/costante mutamento dei trend e delle abitudini di acquisto del consumatore 4.0
Il content marketing è figlio di questo processo, dello scambio di imput e output con il cliente, come in una partita da tennis. Ma vi è un terzo giocatore in campo, il pubblico sugli spalti, che bisogna coinvolgere, emozionare a tal punto da farlo sentire dentro alla partita, sincronizzando le voci e i corpi fino a generare identificazione e condivisione collettiva del messaggio.
Un messagio veritiero, verificabile, empatico, divertente, stimolante, se ben confezionato e trasmesso con un linguaggio immediato e comprensibile, per il target di riferimento, ha elevate probabilità di arrivare, ma come far sì che esso venga interiorizzato, restituito attraverso il volano della viralizzazione e trasformato in domanda?
Deve essere inclusivo, ricco del sostrato valoriale in cui i nostri interlocutori si rispecchiano, familiare.
Non è più solo il brand a parlare con il consumatore, ma sono le persone dietro al marchio che si fanno testimoni del suo messaggio e sono aperte all'interazione e allo scambio di opinioni con gli altri individui, che mediamente più consapevoli e informati, rivendicano la scelta d'acquisto.
Come dice Bryan Kramer nel libro “There is no B2B or B2C. It’s Human to Human #H2H”: The fact is that businesses do not have emotion. Products do not have emotion. Humans do. Humans want to feel something. And humans make mistakes.”
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
"Se non ci sei non esisti", l'espressione seppur abusata è il risultato di una constatazione di fatto incontrovertibile.
L'ingolfamento del mercato in tutte le sue industries, rendendo indispensabile la finora necessaria differenziazione, impone l'utilizzo da parte dei Brand (Start Up / PMI /Grandi Imprese), di un armamentario vasto e articolato di strumenti di marketing e comunicazione. Non è più sufficiente parlare di Marketing Mix e Sistema di Comunicazione Integrata e Multicanale, bisogna andare oltre, ripensando anche il concetto stesso di Innovazione.
Essere disposti a seguire il content marketing di marca, vuol dire far presente al Cliente, qualsiasi sia la sua dimensione e il suo budget, che l'investimento "digitale", è necessario, poichè il suo pubblico - la maggior parte, in alcuni casi la totalità - ha traslocato.
La dimensione virtuale va prima che compresa, accettata, in quanto figlia di un cambiamento epocale, voluto, gestito e pianificato, pertanto inevitabile.
I social network sono certamente in molti casi uno strumento potentissimo di Engagment, tuttavia l'uso va calmierato in base al singolo Brand, al suo mercato di riferimento, alla segmentazione del suo target, alle priorità in termini organizzative e strutturali, al fine di evitare l'effetto boomerang che invece di generare Brand Awareness e "Good" Net Reputation, potrebbe esporre l'azienda ad un ritorno d'immagine negativo.
Sono dei moltiplicatori, di visibilità, di sogni, una democratica liberalizzazione di opportunità.
L'utilizzo delle piattaforme digitali, la produzione di contenuti di qualità, la capacità di raccontare belle storie, ci consentono di fare Community, aggregando, connettendo persone lontane nel mondo, ma finchè l'essere umano rimarrà tale, a mio avviso il passaggio dall'Engagment alla fidelizzazione, all'incremento delle vendite, sarà possibile solo finalizzando le strategie di social media and content marketing, al sempre verde incontro fisico tra le persone.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Dettagli, sfumature, visioni, sono per me i focal point dell'operazione chirurgica "Comunicazione", tuttavia, ragionando in termini di macro-visione e grammatica di base, ogniqualvolta mi si presenta un nuovo caso, consiglio al Cliente di:
• NON saltare la fase dell'analisi di marketing e la pianificazione strategica
• NON perdere di vista i numeri e le metriche
• Considerare le esigenze del target e la sua profilazione
• NON utilizzare solo parte degli strumenti di comunicazione disponibili senza considerare la pontenza della combo online-offline
• Su determinati progetti, NON prevedere risultati di breve termine
• NON adottare un tono di comunicazione complesso e incomprensibile oppure non adeguato al canale che si sta utilizzando
• Prevedere un piano di aggiornamento costante dei profili e delle pagine social evitando l'inflazione delle pubblicazioni
• Veicolare messaggi verificabili e veritieri
• Aprirsi al confronto con la propria Audience
• Guardare e ascoltare cosa accade oltre i confini