Paolo Margonari
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Paolo Margonari
Direttore Creativo Milk adv
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
A nostro parere il brain-storming non è più sufficiente a far fruttare un’idea. Ci siamo infatti accorti che è necessario andare oltre la semplice condivisone e osservazione di idee, e per farlo c’è solo un modo: passare all’azione.
Nella nostra agenzia ogni spunto, ogni idea viene messa sul tavolo e modificata, plasmata e talvolta stravolta attraverso critiche, correzioni, aggiunte. Un processo feroce, meno “ecumenico” e più aggressivo del tradizionale brain-storming, attraverso il quale emergono con velocità e chiarezza eventuali punti deboli.
È un po’ come creare una mappa del tesoro: il primo creativo parte in spedizione, raggiunto da un secondo che ne corregge e ne amplia la rotta; alla fine al tesoro arrivano in tanti, però attraverso una strada nuova a tutti.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
La comunicazione è cambiata e i social network hanno avuto un ruolo basilare nel processo di mutamento. Oggi i brand non sono più entità lontane da guardare solo attraverso radio e tv, bensì realtà dotate di un proprio tono di voce e una personalità ben riconoscibile e, soprattutto, in grado di interagire direttamente con il proprio target.
I social network hanno permesso di realizzare un content marketing più accurato e approfondito, in linea con i bisogni del pubblico. Bisogni che sono in costante, e veloce, mutamento. Così come lo sono le tendenze e le abitudini di acquisto. Seguire dall’interno questi processi, entrando e inserendosi nelle conversazioni degli utenti diventa quindi un imperativo. Allo stesso modo lo è riuscire ad instaurare una relazione con i clienti già acquisiti, fidelizzandoli alla marca.
Non basta più semplicemente “farsi conoscere”. Bisogna informare, incuriosire e stupire il consumatore. Renderlo partecipe di una narrazione comunicativa interattiva, volta alla condivisione virale dei contenuti attraverso testi, immagini e video. L’utente stesso, se ingaggiato dal contenuto prodotto dal brand, diventa un ambasciatore della marca e contribuisce alla sua credibilità online, e quindi, anche offline. La creazione di contenuti di qualità, in linea con il proprio tono di voce, la realtà del momento e al target al quale si riferisce, sono gli ingredienti necessari per una buona strategia sui social media.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
-Diffidare delle ricette di successo universali, esistono solo strategie e contenuti realizzati su misura;
-Affidarsi esclusivamente all’estetica o ai contenuti, ma mixarli armoniosamente;
-Temere di osare, limitandosi a fare solo quello che è già stato fatto;
-Cambiare continuamente stile, non rispettare una precisa brand identity;
-Comunicare solo il “cosa” e il “come”, e mai il “perché”;
-Diffidare da idee e testimonial che vampirizzano il brand;
-Innamorarsi di un’idea funzionale a sé stessa, e non al prodotto/brand.
A mio parere, un buon concentrato di errori si trova soprattutto nelle campagne sociali ed elettorali, settori dove la comunicazione italiana sembra essere indietro anni luce rispetto ad altri Paesi.