Ebe Buzzi
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Ebe Buzzi
Communication Strategist, Disruptive Thinker, Plain Copywriter
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Quando qualcosa diventa di moda si finisce sempre per abusarne: è successo anche con il content marketing. Non solo c’è stata una vera e propria invasione di contenuti di basso livello, ma da parte delle aziende e dei brand si è creata una prospettiva distorta sulle potenzialità del content.
I contenuti, senza qualità, non valgono nulla. La qualità, senza continuità, non serve a niente. La continuità, senza una strategia, è a sua volta inutile. Per fare del content marketing efficace servono dei contenuti di livello alto, organizzati in modo strategico e portati avanti con continuità. Ogni contenuto che non rispetti queste caratteristiche diventa semplicemente una perdita di tempo, per l’azienda che lo produce e per chi lo deve fruire. Il metodo che abbiamo instaurato con Deskero è basato su queste linee guida.
Sono fermamente convinta che la strategia alla base dello sviluppo dei contenuti non debba essere orientata solo al marketing, ma anche e soprattutto al branding. I contenuti sono fondamentali per qualificare un brand, prima che a promuoverlo.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
I social non possono essere usati come un ennesimo canale di distribuzione! Questo è il più grande errore che un’azienda o un brand possono fare: approcciarsi ai social come se fossero un megafono e iniziare a usarli per bombardare di contenuti il mondo esterno. Usare i social in questo modo non è solo stupido ma anche terribilmente pericoloso.
Le vere potenzialità dei social non sono nella distribuzione del messaggio, ma nella creazione del dialogo. I social network non vanno usati per veicolare contenuti, ma per avviare dibattiti, conoscere nuovi punti di vista, alimentare conversazioni significative, creare rapporti concreti e duraturi con il proprio pubblico. In questo senso possono essere un canale ideale.
Ovviamente usare i social così richiede delle risorse notevoli: troppe aziende delegano la gestione dei propri social a social media manager esterni, troppi brand sottovalutano i costi. I social, se gestiti in modo utile e intelligente, sono tutto tranne che un canale low-cost! Richiedono un impegno aziendale forte e non delegabile, anzi da strutturare trasversalmente all’intero team.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Penso che i decaloghi vadano evitati e che, per far progredire davvero la discussione su questi temi, si debba cercare il più possibile di emergere dalla banalizzazione delle liste e dei sistemi semplificatori. I decaloghi servono solo per ottenere qualche click in più nei blog che non hanno altro da dire. Meglio evitare di ricalcare esempi e banalità già viste altrove, nella speranza di portare a casa un click in più.
L’unica regola della comunicazione è quella dettata dal contesto: target, strategia, background di riferimento, competitors. Solo comprendendo a fondo queste cose si può pensare di avere un risultato. Le iniziative di successo, nel panorama del content, sono quelle che non seguono le regole, ma ne creano di nuove.