Eloisa Borlé
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Eloisa Borlé
Web Marketing Consultant
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Sempre più aziende oggi si trovano a dover gestire il passaggio dalla comunicazione tradizionale a quella digitale e a dover strutturare la propria presenza all’interno dei canali Social, affacciandosi in un mondo in cui la comunicazione non è più Top down ma addirittura Botton up.
Questo significa che l’azienda, il Brand, si trova automaticamente all’interno di un flusso di comunicazione democratico, dove la sua voce è in un rapporto di completa parità rispetto a quella di qualsiasi altro utente della rete e per questo deve imparare a stare a galla all’interno di un flusso continuo di informazioni. Per fare questo l’azienda necessita di: un piano di comunicazione digitale che contempli: credibilità, velocità, organizzazione e capacità di gestire eventuali crisi, ma la prima cosa che deve fare è cambiare il proprio mindset e crederci!
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Come scrive Sandy Carter, IBM Vice President and Social Business Evangelist, in Get Bold, IBM press- Il primo passo che un’azienda Social deve fare è quello di generare credito attorno al suo brand, ai suoi dipendenti e ai suoi prodotti.
Il Content marketing di un’azienda quindi non può prescindere dalla trasparenza e dalla credibilità perché la rete è trasparente e democratica, non solo, è fatta da milioni di nodi, persone che nel bene e nel male diffonderanno il nostro messaggio in maniera planetaria, in un battito di ciglia. Per questo motivo il brand deve diventare un solido editore di se stesso, proponendo unicamente contenuti di qualità, facendo suo il mantra di ciascun Content Manager che si rispetti: Content is the King.
Questo infatti è l’unico modo per agganciare gli interlocutori giusti in una conversazione di valore e fidelizzarli rendendoli ambassador del proprio brand. Non solo, il modo corretto per veicolare i contenuti passa anche attraverso un’attenta pianificazione ovvero una Digital Strategy che tenga conto delle potenzialità di ciascun Social media, delle peculiarità che offre e del target di riferimento nonchè di un piano editoriale serio e ponderato per ciascun canale.
Ultimo ma non meno importante: l’Engagement. L’azienda per promuovere al meglio il proprio brand deve fare attività di networking coinvolgendo blogger, community e altri potenziali influencer per creare un meccanismo virtuoso di scambi e co-creazione all’interno della rete. C’è un collega esperto di un determinato argomento in azienda? Segnaliamolo e facciamolo parlare come Subject matter expert di quell’argomento, il suo entusiasmo e la sua preparazione saranno una leva formidabile sui social. Un altro strumento è il Corporate Storytelling un nuovo modo di comunicare la propria marca attraverso un racconto emozionale utilissimo per trasmettere i valori aziendali e far sentire il lettore coinvolto e vicino al brand.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
• Declinare sui Social i messaggi proposti offline attraverso altri strumenti di comunicazione senza averli preventivamente rivisti
• Comunicare sui canali social senza aver redatto un piano editoriale a monte
• Non avere una presenza costante
• Non coinvolgere adeguatamente i propri dipendenti. I dipendenti vanno formati e informati di eventuali macro linee guida aziendali da rispettare nella comunicazione
• Sottovalutare la preparazione dei nostri interlocutori
• Non fare un’analisi attenta (monitoring) dei competitor ovvero della concorrenza
• Misurare i ritorni della nostra attività social solo in termini quantitativi e non qualitativi (i follower non in target non mi portano valore aggiunto)
• Non rispondere in maniera tempestiva ad eventuali crisi
Spesso le aziende si affidano a figure junior pensando che possano presidiare al meglio i canali social in realtà oltre al linguaggio “giusto” occorrono solide competenze che non possono prescindere dalla conoscenza approfondita dell’azienda, dei contenuti che si vogliono trasmettere e delle leve della comunicazione.