Pino Rozzi e Roberto Battaglia Direttori Creativi Esecutivi 1861 United
Le Interviste Mediastars XII Edizione
Pino Rozzi e Roberto Battaglia
Direttori Creativi Esecutivi 1861 United
La comunicazione può fare squadra?
In due modi: una squadra interna in agenzia, formata da creativi e da collaboratori esterni, mette insieme le idee e contribuisce a creare concetti articolati che partono dalla nebulosa e si addensano in una palla d’elio ad altissima temperatura.
E poi una squadra esterna formata da altre categorie professionali, pensatori, trend setters, media bloggers, tecnici di settore, brand evangelists, e così via, allarga la portata delle idee e le fa esplodere come una supernova nel contesto desiderato: in astronomia è questo che genera nuove stelle nel vuoto cosmico.
Pensa che si possa verificare una combinazione altrettanto fortunata anche per quanto riguarda il settore della comunicazione italiana rispetto a quella estera?
Non penso che ci sia molta comunicazione, ma molta emulazione. L’Italia ha un potenziale che non sfrutta: il suo dna. Dovrebbe smettere di imitare i modelli stranieri.
Quest’anno vorremmo puntare l'attenzione sui premi internazionali vinti da agenzie italiane. Come giudica il rapporto tra creatività italiana e creatività estera?
Roberto Battaglia mi ricorda sempre che l’Inghilterra ha generato i Beatles, e noi i Pooh. Questa è una differenza da tenere sempre presente. Noi la chiamiamo “cultural truth”, o anche bagno di realtà.
Quale è il suo impegno nella settore della comunicazione, per la formazione collabora con degli istituti universitari? Aderisce a qualche associazione di settore? Le è capitato di fare parte di giurie internazionali?
Abbiamo lavorato con lo IED, e ho insegnato per un po’ di tempo al Politecnico e all’Accademia di Comunicazione. Ora ho meno tempo per travasare entusiasmo, purtroppo. La mia adesione alle associazioni è invece sempre stata tefalica. Ha presente il tefal? Ho fatto parte di giurie ma non mi sono mai divertito molto. Meglio creare che giudicare.
Quali sono i riconoscimenti internazionali ricevuti dalla vostra agenzia negli ultimi anni?
Raramente iscriviamo i nostri lavori ai premi. Abbiamo ricevuto qualche riconoscimento ma i premi, per quanto mi riguarda, raramente sono stati un incentivo a fare meglio perchè tendo a essere una delle persone più pigre al mondo, anche se poi combatto ogni giorno contro questa parte della mia indole.
Possiamo citare per gli ultimi due anni : New York Festivals: Silver World Medal, Bronze World Medal. Epica: Gold Award, Silver Award, Bronze Award. AD Print: Best use of Art Direction , Bronze Team. Cannes Young Creatives Competition: Film Gold Award.
Crede sia possibile investire concretamente su forme di comunicazione non convenzionale?
Per definzione, la forma non convenzionale di comunicazione, se è veramente tale, non funziona. Altrimenti smetterebbe presto di esserlo. La mia risposta alla sua domanda è quindi negativa. Non ci credo affatto.
Uno dei temi di quest’anno per le nostre interviste riguarda il team di lavoro e la sua composizione. Com’è composto il vostro team?
Il nostro team è composto da un direzione creativa e da una decina di coppie, tra cui tre coppie senior. Lavoriamo spesso insieme, come fanno le formiche, scambiandoci messaggi chimici e agitando le antenne. E’ divertente, caotico, irrinunciabile. Litighiamo spesso perchè crediamo tutti a quello che facciamo e combattiamo per le nostre idee. Alla fine facciamo sempre pace e troviamo un’idea. Poi si va a cena tutti insieme.
In un mercato sempre più competitivo la motivazione e la forza del gruppo possono essere ciò che fa la differenza. Quali possono essere a Vostro giudizio le potenzialità di un buon coaching, dovendo quindi intervenire su team di progetto orizzontali, verticali e anche trasversali?
Purtroppo non ci occupiamo di enigmistica. Quello che le posso assicurare è che tutto quello che facciamo è solo un gran casino condito da tanta passione, la giusta alchimia, l’esperienza, le persone giuste, tanto sudore, e un pizzico di fortuna.
Concludiamo con un augurio al mondo della comunicazione…
Il coraggio non esiste senza una buona dose di paura e incoscienza. Io mi auguro che le aziende tornino ad aver paura ad approvare idee più bizzarre e controverse perchè è in quel tipo di coraggio, in quel tipo d’innovazione, che le marche hanno sempre costruito la loro fortuna e il loro futuro.