Federico Salomone Direttore Generale Nurun Italia
Le Interviste Mediastars XII Edizione
Federico Salomone
Direttore Generale Nurun Italia
Quale è il vissuto delle sue esperienze in diverse agenzie italiane?
All’inizio della mia carriera ho lavorato come account in Armando Testa, per circa sei anni, occupandomi per lo più di advertising classico. Ho uno splendido ricordo di questa esperienza e mi è rimasta nel cuore. Forse perché in Armando Testa esiste un metodo, uno stile unico, che è sempre stato coerente sin dalle origini dell’agenzia, una grande vicinanza al cliente, una profonda condivisione degli obiettivi. Il mio percorso professionale si è evoluto passando dalla comunicazione tradizionale a quella interattiva cogliendone, fin dagli inizi, le grandi potenzialità lavorando in una delle prime web agency. Quattro anni fa sono poi stato nominato Direttore Clienti per l’agenzia DGT Media, e ormai da due anni sono Direttore Generale di Nurun Italia. Lavoro per l’agenzia dividendomi tra Milano e la nuova sede di Torino, con grande soddisfazione perché questa esperienza mi ha dato la possibilità di operare con un incarico di prestigio, in una dimensione internazionale, sia professionale che formativa, in quella che sicuramente è una delle realtà più interessanti in Italia.
Come si differenzia la comunicazione pubblicitaria italiana da quella straniera?
Il nostro gruppo ha filiali in molte città del mondo. Sono da poco rientrato dagli Stati Uniti dove abbiamo due sedi, una a New York ed una ad Atlanta.
In particolare la sede di Atlanta è fortemente attiva nell’ e-marketing, con un livello di specializzazione nel SEO, nel SEM e nella parte media inimmaginabile in Europa. Molto focalizzati sugli obiettivi da raggiungere, sicuramente anche in funzione del fatto che negli U.S.A. sono molto di più i siti e le campagne on-line orientati al business e alla vendita. Questo comporta ovviamente una altissima attenzione al campaign management attraverso tool sofisticati per il continuo monitoraggio e l’immediato intervento nel planning.
Quali sono i riconoscimenti internazionali ricevuti dalla vostra agenzia negli ultimi anni?
Siamo stati Cyber Finalist al Festival di Cannes nel 2001 per un progetto Caractere e nel 2002 per un progetto MTV Italia. Per Telecom Italia abbiamo ottenuto nel 2007 il 1° posto in Europa nella classifica di Halvarsson& Halvarsson.
Crede che questo sia un buon momento per investire sul media internet?
Assolutamente sì, perché internet oramai è un media consolidato nel nostro paese, e soprattutto ha un numero di utenti e visite sempre maggiore, un’audience giornaliera invidiabile. Quello che fa la differenza, e sicuramente la farà anche in futuro, è la “creatività progettuale”, la vision che dobbiamo dare al Cliente grazie ad una forte condivisione degli obiettivi di marketing. Quindi non solo una realizzazione del sito anche se con una buona grafica La risposta a questa esigenza è appunto il marketing digitale e internet permette un approccio ottimale perché è il media in cui l’utente è attivo, visita un sito di suo gradimento, digitando o cliccando su un banner, e questo tipo di coinvolgimento, se gestito bene, credo che sia favorevole al brand e alla marca.
Uno dei temi di quest’anno per le nostre interviste riguarda il team di lavoro e la sua composizione. Quali sono in definitiva le caratteristiche del vostro team?
Anche in questo caso la condivisione degli obiettivi. Credo che sia fondamentale lavorare tutti insieme alla realizzazione dei progetti, cercando di avere la stessa visione condivisa da parte di ogni componente. Il progetto compiuto deve essere il frutto di questa visione unitaria. Personalmente, ad esempio, cerco di contribuire nel creare questo tipo di visione unitaria, tramite la condivisione quotidiana delle problematiche legate ai progetti con tutti i collaboratori. Quando parte un progetto, tutti coloro che vi partecipano, dall’Amministratore Delegato al programmatore, devono condividere ogni esperienza progettuale, penso che questo continuo aggiornamento aiuti a rendere il team coeso, molto unito e dunque produttivo.