Carlo Sebastiani
Storytelling: l'Arte di raccontare storie in Comunicazione
Carlo Sebastiani Account Supervisor and Digital Strategist Xister
“…non sei fregato veramente finché hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla…”
[cit. “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore]
Lo storytelling in breve. Il “racconto” come forma di comunicazione per instaurare un dialogo con i consumatori, meglio ancora se il dialogo si trasforma in un rapporto continuativo. Raccontare il brand per incoraggiare i consumatori ad aprirsi e raccontare la propria esperienza, questo rafforza il loro senso di connessione con il marchio, favorisce un senso di comunità utile per stimolare una relazione, un “dialogo continuativo”.
Con l’aggettivo “continuativo” cade la vecchia concezione di flight di comunicazione, oggi parliamo di campagne “always on”, sempre attive. Questo significa per i brand produrre più contenuti, sempre freschi, attuali ed in linea con i trend del momento.
Come utilizzare oggi in modo innovativo lo storytelling a partire dai suoi elementi costitutivi?
L’obiettivo ultimo di tutte le azioni di comunicazione basate sullo storytelling è quello di far innamorare le persone del brand, coinvolgere, appassionare, e questo accade solo quando una storia è ben congegnata.
Nell’era dell’engagement, muovere le persone attraverso le emozioni è centrale, ed è il nostro lavoro, quello delle agenzie creative, creare dei momenti e dei punti di contatto utili attraverso i quali le persone possano provare delle emozioni. “Raccontare, e non dire”.
Una delle massime fondamentali della narrazione è "Mostra, non dire". Piuttosto che parlare al pubblico, dicendo loro che cosa fare o sentire, bisognerebbe condividere una storia in modo che si dispieghi naturalmente e lasciare che il pubblico arrivi alle proprie considerazioni ascoltando attivamente.
Se lo storytelling è anche strumento per gestire al meglio la comunicazione, quali sono gli ingredienti per creare un brand di successo e quali le strategie per mantenerne alta la reputazione?
Quando si parla di brand reputation non si può non far riferimento al valore che il concetto di “trasparenza” sta assumendo in questi ultimi anni, ma non è più sufficiente per i brand presentare in modo diretto e trasparente i propri valori aziendali.
Per ottenere una reale vantaggio competitivo, la cultura interna di un'azienda deve essere “raccontata” e resa “narrazione”, per renderla il più possibile accattivante e di facile comprensione. Resta fondamentale per un brand utilizzare tutte le loro attività, i valori aziendali ed i comportamenti interni e trasformarli in narrazione esterna o brand content, questo processo definisce e costruisce una brand reputation solida, generata ed alimentata dalla fiducia dei consumatori.
Quali diventeranno in un prossimo futuro le qualità più richieste ai professionisti? Come il cambiamento del mondo della comunicazione ci può guidare a nuove vie?
Non dimentichiamo che per raccontare una storia c’è bisogno di un pubblico…“qualcuno a cui raccontarla”.
Ci siamo spostati da una forma di comunicazione detta da alcuni Communism Mrkt, dove tutti i consumatori erano esposti a tutti i messaggi indipendentemente dalla qualità del messaggio, ad una forma di marketing detta Darwinism Mrkt, in cui la gente vede solo quello che vuole vedere.
Per i professionisti del settore sarà fondamentale un’ ottima conoscenza del panorama cross-mediale - il mezzo per raccontare - …nuove vie per nuovi modelli di messaggi definiranno nuovi modi di raccontare. Per i brand sarà sempre più importante comprendere il valore della produzione di contenuti “rilevanti” per diventare delle “good social brands”.
Si parlerà sempre meno di impression e sempre più di relazione, ingaggio, partecipazione, condivisione. Le agenzie creative sono già al lavoro nel definire campagne focalizzate sul branded experience in grado di creare “legami reali” con i consumatori.