Alessandra Ortu
L'intrattenimento in comunicazione per un coinvolgimento unico
Alessandra Ortu
Project Manager
Adacto
Crede che l’intrattenimento attraverso il sorriso in tutte le sue espressioni possa rappresentare una tecnica di comunicazione interessante? Pensa che si possano riprodurre elementi che richiamino l'ironia anche con tecniche di visual?
Certamente intrattenere i propri consumatori attraverso il sorriso è una tecnica di comunicazione valida e performante in tutti i canali e in tutte le sue forme, da quella verbale a quella visiva. Ha sicuramente un grande impatto e un forte risultato in termini di riconoscimento e di penetrazione del messaggio, poiché ha la capacità di attivare nell’immediato una reazione nel nostro interlocutore, facilitandone il ricordo positivo dell'esperienza che sia essa puramente visiva, ad esempio di visualizzazione di una campagna, oppure di interazione diretta come può avvenire attraverso la navigazione di un sito, la fruizione di un gioco o l’utilizzo di una App. Forse oggi intrattenere con il sorriso assume ancora più un significato forte vivendo sempre maggiormente alla ricerca di momenti 'leggeri' in cui abbandonare i pensieri a favore di un sorriso per godere un attimo di buon umore. La formula può funzionare bene sia in ambiti puramente di intrattenimento sia di formazione e insegnamento. Se una marca riesce a offrire questo tipo di esperienze ai propri consumatori parte sicuramente con una marcia in più.
Qual è l’importanza dell’esperienza ludica, del gioco, nell'intrattenimento dell’individuo? Quanto è importante creare un meccanismo interessante, per ottenere l'attenzione e divertire le persone facendole anche riflettere?
Imparare giocando è un meccanismo naturale ed antico. Il gioco, oggi, non è più un’attività esclusiva del tempo libero e dell’evasione; può essere un’esperienza di apprendimento, di interazione, di confronto, di relazione.
È fondamentale pertanto studiare meccaniche articolate proponendo contenuti e attività in grado di far sentire coinvolto in prima persona e partecipe il nostro interlocutore, facendolo interagire con la marca e con gli altri consumatori.
Queste modalità aggregano da sempre le persone in gruppi e in comunità, ancora prima della nascita di piattaforme relazionali potentissime come quelle che oggi noi tutti viviamo come estensione naturale dei nostri luoghi fisici.
Quanto è importante far sentire ogni individuo una persona speciale cercando di renderlo davvero protagonista, motivandolo e facendolo diventare così brand partner? Far star bene il consumatore ricaricandolo di energia rinnovata, come crede possa essere legato alla parola, spesso abusata, di benessere?
Mettersi in gioco divertendosi, sfidare le proprie capacità, confrontarsi con quelle degli altri, ci stimola, ci restituisce uno stato di gioia, di orgoglio, di soddisfazione: questi stati accrescono naturalmente il nostro coinvolgimento e l’engagement.
Proprio su queste basi si fondano i meccanismi della gamification, una naturale estensione dell’inserimento del gioco all’interno delle proprie strategie di comunicazione per offrire un’esperienza diretta e coinvolgente con la marca in tutti i luoghi in cui essa vive, luoghi reali e virtuali, che spaziano dallo store alla fan page di Facebook, creando un legame sempre più forte e duraturo con il brand.