Giampiero Soru
L'intrattenimento in comunicazione per un coinvolgimento unico
Giampiero Soru
Presidente
SS&C
Crede che l’intrattenimento attraverso il sorriso in tutte le sue espressioni possa rappresentare una tecnica di comunicazione interessante? Pensa che si possano riprodurre elementi che richiamino l'ironia anche con tecniche di visual?
L'umorismo, cioè la capacità di far ridere, ha sempre premiato la creatività pubblicitaria.
Certo la ricetta non è uguale ovunque. Proporre con successo qui da noi un umorismo di tipo anglosassone, che fa ridere di dentro più che provocare risate sonore, è molto difficile. Le telefoniche si sono affidate alla commedia con risultati alterni. Dalla battuta becera, alle usatissime parodie storiche.
Ma, per fare un esempio positivo, gli ultimi Tim con Neri Marcoré che fa Garibaldi sono veloci e fanno ridere con una certa eleganza. Il che, nel break pubblicitario, li rende piacevoli. Uno se li guarda e sorride ogni volta che passano. Certo, la comunicazione di prodotto allegata non deve mai essere complessa. Lavora per la marca, la rende familiare. Non si può pretendere di far ricordare il cosiddetto prodotto fin nei dettagli. E' intrattenimento. E sappiamo che funziona, anche nel web.
Far ridere con una sola immagine è più difficile in Italia, da noi non c'è la tradizione della vignetta, se non in ambito di satira politica.
Quale è l’importanza dell’esperienza ludica, del gioco, nell'intrattenimento dell’individuo? Quanto è importante creare un meccanismo interessante, per ottenere l'attenzione e divertire le persone facendole anche riflettere?
Il gioco funziona se diverte. Far riflettere non è da tutti. Inoltre, teniamo conto che queste cose si fanno online, dove l'offerta di sondaggi e test con un valore ludico è molto ricca.
Quanto è importante far sentire ogni individuo una persona speciale cercando di renderlo davvero protagonista, motivandolo e facendolo diventare così brand partner? Far star bene il consumatore ricaricandolo di energia rinnovata, come crede possa essere legato alla parola, spesso abusata, di benessere?
Corteggiare il consumatore a parole può essere controproducente, denuncia subito la bugia pubblicitaria.
Meglio un mailing argomentato in modo intelligente, con considerazioni che toccano la vita delle persone, che un mailing pieno di "solo per Lei", "prestigiosa offerta" ecc. Ma la capacità di scrivere bene una lettera sta scomparendo.
Il consumatore si sente importante e trattato bene quando il servizio clienti risponde rapidamente, sostituisce un prodotto difettoso senza tante storie, quando vede che una marca fa meglio del pubblico nell'abolire la burocrazia. Questo è benessere.