Matteo Macoratti
L'intrattenimento in comunicazione per un coinvolgimento unico
Matteo Macoratti
CTO
iVision-Made
Crede che l’intrattenimento attraverso il sorriso in tutte le sue espressioni possa rappresentare una tecnica di comunicazione interessante? Pensa che si possano riprodurre elementi che richiamino l'ironia anche con tecniche di visual?
A tutti – in generale – piace star bene, a tutti piace essere allegri e sorridere, quindi riuscire a veicolare il proprio messaggio attraverso un “canale di comunicazione ironico” risulta efficace, sempre che il destinatario/utente sia predisposto ad entrare in tale stato emotivo. Questo vale per tutte le tecniche, visual e non: la maggior parte degli spot televisivi usa come strumento l’ironia, per comunicare i vantaggi di prodotti e servizi.
Più complesso, in quanto interattivo, è il contesto web, nel quale creare ironia attraverso l’interazione dell’utente con l’ambiente virtuale non sempre è facile, e spesso risulta più efficace puntare proprio sulla multimedialità e sull’esperienza ludica dell’utente, permettendogli di trovare le proprie risposte dal sito internet (ad esempio un prodotto) interagendo col mouse, senza dover stare a leggere informazioni dettagliate e svagandosi.
E’ poi altrettanto importante creare strumenti di comunicazione che non facciano “dimenticare” all’utente quale sia il reale scopo di tale comunicazione, ad esempio distogliendolo (se non volutamente) dal prodotto da vendere!
Quale è l’importanza dell’esperienza ludica, del gioco, nell'intrattenimento dell’individuo? Quanto è importante creare un meccanismo interessante, per ottenere l'attenzione e divertire le persone facendole anche riflettere?
La ludicità è un altro aspetto che evoca sentimenti affini a quelli dell’ironia; l’utente trova nel momento del gioco la serenità dello svago. In tal senso il web diventa uno strumento potenzialmente eccezionale, anche se molto dipende dall’oggetto dell’attenzione dell’utente: se l’utente cerca il testo di una poesia, ad esempio, poco c’è probabilmente da fare (a meno di non giocare sulla multimedialità)! Ma se cerca una cucina online, dando all’utente un configuratore che gli permetta di simulare la propria idea di cucina personalizzata, allora sì che l’utente rimane colpito: il suo impegno nella creazione-concretizzazione virtuale del suo sogno diventa uno strumento unico per fissare nella mente del visitatore il brand e il prodotto (visitate ad esempio “www.zoldan.it”).
Quanto è importante far sentire ogni individuo una persona speciale cercando di renderlo davvero protagonista, motivandolo e facendolo diventare così brand partner? Far star bene il consumatore ricaricandolo di energia rinnovata, come crede possa essere legato alla parola, spesso abusata, di benessere?
Riuscire a trasformare l’utente di una campagna o di un suo strumento di comunicazione (ad esempio il sito internet) in un brand partner o ancora meglio in un brand promoter è il sogno di ogni comunicatore. Questo è possibile se si trasforma lo strumento di comnunicazione in un’esperienza emotiva, magari empatica, verso il visitatore.
Penso non sia tanto una questione di far star bene o male il consumatore, ma quello di centrare il suo stato d’animo in quel momento e mostrare che lo capisci e che altri (sito internet incluso!) condividono tale stato d’animo. Non credo in tal senso che questo processo sia legato direttamente alla parola “benessere”, per lo meno non “benessere immediato”; porto l’esempio pratico del sirto internet con cui abbiamo partecipato al concorso – www.iotunoivoi.it – che si rivolge a donne che cercano aiuto causa la loro situazione di violenza in famiglia. Quindi in questo caso non si vende “benessere” ma “speranza di serenità”.
Un consumatore lo colpisci quando rispondi ai suoi sogni, a ciò che vorrebbe, a ciò che gli manca: più lo coinvolgi in questo, più è forte il suo “riconoscersi” in quello specifico strumento di comunicazione, maggiore sarà il suo coinvolgimento e la sua affezione al messaggio, sia esso legato ad un prodotto, un servizio o una campagna di sensibilizzazione.