Marco Govoni
Consumer Playmaker: Nella delicata fase d’arrivo presso l’audience di riferimento, quali sono le condizioni che regolano la buona ricezione del messaggio?
Marco Govoni
Consulente ICT per aziende e professionisti. TIM Senior Account
L’utente come percepisce la diversa tipologia di messaggi nell’affollamento quotidiano degli avvisi pubblicitari? Quale tipo di engagement risulterà maggiormente gradito?
Che il mondo della comunicazione, negli ultimi anni, anche grazie ai social network, sia cambiato radicalmente, è un dato di fatto. Per fortuna, aggiungo. Oggi i consumatori sono passati da semplici utenti a persone. E questo grazie al coinvolgimento, all’engagement. Una comunicazione bidirezionale, che si distacca notevolmente dai classici messaggi “broadcast”. L’utente può trarne molti vantaggi: avere messaggi personalizzati, ai quali poter rispondere, permette di creare un legame che - se ben sfruttato - termina in una relazione win-win. Vince l’azienda, vince il consumatore. E’ la strada per un marketing sempre più diretto, sempre più alla ricerca di un target che va identificato e che va “coccolato”: un investimento necessario per le aziende. Questa strada non deve spaventare gli imprenditori: gli investimenti richiesti sono quanto già probabilmente stanno facendo con vecchie metodologie, tra l’altro spesso non misurabili.
Spesso non ci accorgiamo di quanto gli algoritmi stiano pilotando le nostre scelte attraverso l'utilizzo dei Big Data. Quale sarà Il futuro della comunicazione? Sarà esclusivamente Data Driven o c’è la possibilità di una svolta creativa Human Driven?
Non dobbiamo spaventarci se, tra qualche anno, il nostro frigorifero ordinerà da solo la spesa per cucinare un piatto che a noi piace particolarmente e che magari abbiamo cercato su google il giorno prima. Dobbiamo ricordarci che possiamo e potremo scegliere. I big data sono un bene perché permettono all’uomo di compiere scelte mirate. Nell’ambito B2C (ma non solo) algoritmi sempre più performanti, ed in futuro dotati di Intelligenza Artificiale, ci accompagneranno durante le nostre scelte. Mi immagino una comunicazione Human-Data-Driven, ovvero la capacità dell’uomo di usare e plasmare a suo piacimento sistemi AI per analizzare Big Data, e quindi effettuare delle scelte. Nuovi professionisti altamente specializzati dovranno lavorare con - e non per - sistemi digitali con potenzialità sempre crescenti.
All’interno di un mercato sempre più esigente e competitivo, l’elemento cardine per le aziende resta la reputazione, attraverso la quale sono quotidianamente sotto esame da parte dei consumatori. La sostenibilità può aggiungere personalità al brand, suscitando un interesse più marcato nelle nuove generazioni?
Le tecnologie online hanno permesso ai consumatori di poter “dire la loro” e quindi influenzare e modificare la reputazione di un brand. Una cosa impossibile e impensabile pochi anni fa. Le aziende oggi sono molto attente a questo tema ma devo essere sincero: non sono certo che l’elemento “etico” o “sostenibile” possa fare la differenza. Il brand deve percorrere una strada chiara e coinvolgere il consumatore nei processi, durante le scelte, deve in qualche modo trovare il modo per farlo entrare in azienda. Credo sia una scelta obbligata perché è oggi si trovano online informazioni (vere e false) che dicono tutto ed il contrario di tutto. L’utente quindi rischia di trovarsi a compiere valutazioni senza avere elementi corretti per poter giudicare. L’unica strada che vedo quindi è quella - per le aziende - di avvicinare il più possibile i propri (potenziali) consumatori.