Angela Gianotti
Consumer Playmaker: Nella delicata fase d’arrivo presso l’audience di riferimento, quali sono le condizioni che regolano la buona ricezione del messaggio?
Angela Gianotti
Founder - lead architect & creative director presso REHUB_detoxing creativity
L’utente come percepisce la diversa tipologia di messaggi nell’affollamento quotidiano degli avvisi pubblicitari? Quale tipo di engagement risulterà maggiormente gradito?
Io sono convinta che ci sarà un forte ritorno al REAL ed alla EXPERIENCE ECONOMY. Siamo testimoni di una interessante sovrapposizione di vissuto tra generazioni che convivono: ciò che appare vintage ad un gruppo è abitudine consolidata per un altro. Inoltre le generazioni interagiscono costruttivamente tra di loro in maniera più evidente di un tempo, contaminandosi. Vestono pressoché nello stesso modo, usano gli stessi strumenti, spesso frequentano gli stessi luoghi e condividono anche intrattenimenti e tempo libero. La cronaca, i fatti storici, la politica nell'epoca della post verità e dei fake hanno inoltre messo in discussione non solo il valore dei comportamenti ma anche la modalità di utilizzo ed il valore di molti mezzi di comunicazione alimentando la voglia di verità, trasparenza, concretezza, impatto positivo. Il pericolo percepito che tutto quanto virtuale possa essere comunque un fake o finzione potrebbe spostare l’interesse su esperienze dirette e misurabili che appaiono comunque come “nuove” e “rivoluzionarie” ai nativi digitali. Detto ciò l’ambiente tecnologico nel quale siamo immersi è ormai parte del paesaggio collettivo che diamo per scontato e del quale non possiamo certamente più fare a meno nella gestione del nostro quotidiano. La metà delle persone del mondo è connessa e può esprimersi IMMEDIATAMENTE su qualsiasi cosa aprendo una finestra sul proprio REALE cosi le molte esperienze vengono catturate e ridistribuite come “storie”.
Spesso non ci accorgiamo di quanto gli algoritmi stiano pilotando le nostre scelte attraverso l'utilizzo dei Big Data. Quale sarà Il futuro della comunicazione? Sarà esclusivamente Data Driven o c’è la possibilità di una svolta creativa Human Driven?
La svolta Human Driven per molti versi è già avvenuta. Gli algoritmi riconoscono già i nostri gusti personali, le nostre scelte, i nostri difetti ed in qualche modo li incentivano pilotando l’informazione in rispetto di quello che siamo. I consumatori vengono testati sulla loro necessità di esclusività e sempre di più sarà necessario acquisire follower o consumatori realmente fedeli superando il concetto di un numero fantasma di reazioni, comperate per sembrare più credibili ma utili solo alle statistiche interne. Accumulare un gran numero di follower reali sarà la vera sfida dell'immediato futuro, conquistare la dedizione dei seguaci distinguerà campagne ed engagement efficaci rispetto a quelle con risultati gonfiati ma tutt’altro che produttivi. La realtà sarà la vera INNOVAZIONE. Essere riconosciuti ed ingaggiati al momento dell’acquisto come accaduto ad esempio agli acquirenti di un certo parka di McMurdo che hanno trovato nel temporary store una zipline di 120m che permetteva loro di superare la cassa senza pagare, oppure ottenere la fiducia per l’accesso alle pagine private in maniera personalizzata permetterà ai prodotti di arrivare prima ai propri follower-driver e poi al grande pubblico anche attraverso la loro esperienza raccontata in diretta ed in prima persona.
All’interno di un mercato sempre più esigente e competitivo, l’elemento cardine per le aziende resta la reputazione, attraverso la quale sono quotidianamente sotto esame da parte dei consumatori. La sostenibilità può aggiungere personalità al brand, suscitando un interesse più marcato nelle nuove generazioni?
Oggi non è concesso non essere etici. Al punto tale da rendere necessario il fingere di esserlo comunque. I consumatori non vogliono avere sensi di colpa rispetto ai loro acquisti, non possono divertirsi e correre su scarpe pensando che si sono sfruttati i bambini per produrle o indossare abiti che abbiano costretto in schiavitù le fasce deboli del mondo. Non possono certo simpatizzare per aziende che creano sofferenza ad animali e danno all'ambiente. Ma molto spesso purtroppo è ipocrisia! Basta un colore usato con maestria o una dichiarazione bene evidenziata per tranquillizzarli sulle loro scelte. Certo è che saranno grati e si sentiranno davvero soddisfatti da chi fa bene e permetterà loro di essere parte di un grande progetto. Inoltre non ci si aspetta più che i brand siano dappertutto ma sorprendono nuovi canali e nuovi contesti per cui le aziende smart stanno concentrandosi sul paradigma: canali innovativi + contesti inaspettati = luogo giusto + tempo giusto. Da qui esempi come WaterAid, gli armadietti negli spogliatoi delle piscine che incoraggiano la gente a donare l'acqua pulita o Adidas partner con Parley for the Oceans con il design di una sneaker in edizione limitata, realizzata in plastica riciclata che poteva essere vinta inviando un video su Instagram che mostrasse il proprio impegno a smettere di utilizzare elementi monouso in plastica.