ENTRARICERCA

I temi relativi alle interviste
Made in Italy: Quale comunicazione ?

MEDIASTARS ha ricercato un contatto diretto con le agenzie e le case di produzione che hanno partecipato al Premio e con i tecnici professionisti che hanno preso parte alle Giurie selezionatrici. Il dibattito è stato impostato sui temi guida scelti dalla redazione per il decennale: Made in Italy, Globalizzazione, Internazionalizzazione dei mercati, e Glocalizzazione.

Il percorso dei temi relativi alle interviste promosse di Mediastars.

L’attuale percorso di approfondimento svolto attraverso le interviste ai direttori creativi e alle altre figure che lavorano nel comparto della comunicazione italiana, è iniziato sull’Annual Mediastars dell’VIII° edizione, per il quale abbiamo chiesto di rappresentare la creatività espressa e le peculiarità del nostro settore con la frase “uno sguardo intorno a noi”, per provare a capire quali potessero essere esattamente le proprietà e le possibilità della comunicazione italiana. Siamo passati successivamente ad interrogarci su temi quali la formazione legata alle “professioni creative”, e i condizionamenti dovuti allo sviluppo tecnologico, incuriositi dal metodo attuato per il necessario passaggio di consegne tra generazioni di creativi. Dopo avere raggiunto con la XI edizione ad un momentaneo punto di arrivo, cercando di individuare più propriamente quali siano i caratteri salienti della comunicazione d’impresa sviluppata in Italia. Esiste dunque uno stile Made in Italy? Cercando di capirne di più abbiamo colto l’occasione per sviluppare un tema intorno a concetti di Globalizzazione, Internazionalizzazione dei mercati, e Glocalizzazione.
Per la XII edizione il dibattito si è spostato quindi all'interno del gruppo di lavoro che caratterizza il nostro settore della comunicazione.

L’Editore del Premio, Giulio Rodolfo, lancia provocatoriamente una serie di considerazioni su questo rapporto. La Globalizzazione è uno degli elementi più caratterizzanti della nostra epoca. Le nuove tecnologie stanno cambiando la nostra percezione di tempo e di spazio. Percepiamo un mondo senza confini, dove la maggior parte delle nazioni e delle popolazioni con culture diverse condividono lo stesso sistema mediale, diventando fruitori delle stesse immagini.

Al centro di questo processo è evidente il peso della Comunicazione, il cui obiettivo è quello di influenzare gli atteggiamenti verso la marca nel mediolungo periodo o modificare nel breve i comportamenti a favore di determinati prodotti. Comunicare in un mondo globalizzato è certamente molto diverso dal comunicare in un ambiente delimitato da rigidi confini territoriali.

Cambiano i mezzi, i contenuti, la sensibilità, i gusti e l'approccio degli attori e spettatori di questo processo. Quello che conta però non sono più le merci, beni o servizi, ma la percezione dei valori simbolici di cui vengono caricati, e l’intensità di questi simboli. Nasce la cultura Glocal: l’interagire su un unico piano di modelli culturali differenti che convivono generando un circolo virtuoso di connessioni e di reciproche influenze, pur mantenendo salde le peculiarità su cui ciascuno di essi si fonda.

Non si potrebbe parlare di Made in Italy se non ci fosse una cultura del luogo pensata a livello locale e agita all’esterno. La Globalizzazione, dunque, non è un fine, ma uno strumento dello sviluppo umano. Pensa localmente e agisci globalmente, sembra essere la ricetta per rilanciare l'economia Made in Italy e orientarci verso la qualità, valorizzando la nostra identità come paese capace di incorporare nel prodotto un’alta dimensione estetica, oltre ad una storia e una cultura unica al mondo. Intanto il falso Made in Italy dilaga, utilizzando parole, colori, e immagini, che richiamano l’Italia pur non avendo nulla a che fare con la realtà nazionale, determinando spesso danni economici e di immagine alla produzione nazionale, e in definitiva confondendo i consumatori.

Quello che si evince dagli scritti apparsi nel corso dell’ultimo anno sulle maggiori testate giornalistiche del paese è che la situazione socio/economica appare tuttora molto confusa e presenta caratteristiche contraddittorie. Questa, in definitiva, è la dominante che condiziona sensibilmente il settore della comunicazione italiana d’impresa. Gli ingredienti necessari per affermare l’importanza del nostro lavoro sono: crescita e stabilità, ricerca ed innovazione, università per sostenere domani la crescita del Made in Italy attraverso la formazione.

I segnali attuali sono forse (..speriamo..) positivi nel loro insieme. Si può in effetti cominciare a pensare alla possibilità di lasciarci alle spalle il perdurare della crisi economica che ci accompagna da troppi anni e che condiziona infine il nostro operare. In questo senso potrebbe essere necessario raggiungere un’approfondita conoscenza della propria identità di comunicatori, per far emergere le idee creative migliori, e che queste possano poi in qualche modo rappresentarci come comunicazione Made in Italy in occasione delle diverse rassegne internazionali di comunicazione a cui molte Agenzie affidano i propri lavori con l’intento di ottenere graditi apprezzamenti anche dall’estero.

In definitiva in Italia spesso si vuole ricorrere al concetto di eccellenza, in tutti i campi. A questo scopo penso sia utile nel nostro ambito lavorativo avere una coscienza maggiore di sé, tale da far emergere i migliori progetti, in modo che l’eccellenza possa avere una connotazione chiara e presenti requisiti definiti. Quindi noi di Mediastars ci auspichiamo che questo possa avvenire sempre più spesso, in modo che la professionalità di questi artigiani della comunicazione sia sempre riconosciuta, selezionata e...premiata. In patria e all’estero.

MediaForm

Mediaform nasce con l'obiettivo di ricercare le possibilità di sinergia e interazione fra il mondo accademico e la realtà delle agenzie

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Ultimo aggiornamento:
1 agosto 2022
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