Mariana Ardavin
Qual è in Comunicazione il rapporto fra Creatività, Tecnologia e Formazione
Mariana Ardavin
Psicologa della Comunicazione
Si può diventare creativi? Qual è l’importanza di una valida formazione per approdare a una professione nel mondo della comunicazione?
Si può imparare a diventare creativi. Come? Osservando il mondo che ci circonda, cercando di capire come e perché le cose accadono e cercando di dare delle risposte alle nostre domande. L’importanza di una valida formazione per approdare nel mondo della comunicazione è fondamentale. Personalmente credo che si dovrebbe dare più importanza a livello formativo alla conoscenza del consumatore dal punto di vista umano; a volte mi sembra che si dia più importanza ai numeri. Dobbiamo ricordare che viviamo in un mondo fatto di esseri umani e che la comunicazione si rivolge a loro.
Mi spiego meglio. Molti percorsi di studi di marketing e comunicazione, non prendono in considerazione la psicologia in modo serio. Spesso ho visto delle pubblicità che comunicano in modo negativo (dando vita a stereotipi e creando un senso di non adeguatezza nei consumatori), che non rispettano le “leggi” cognitive del cervello. Tutto questo si traduce in una perdita di denaro per il cliente e di reputazione per l’agenzia, perché il lavoro svolto non darà mai i frutti attesi e avrà solo un effetto boomerang.
Come vedete il settore della comunicazione e della creatività nel prossimo futuro? Quali sono le figure professionali più richieste oggi dal mercato del lavoro? Con che facilità i vostri studenti trovano collocazione al termine del percorso di studi?
Mi auguro che, in futuro, comunicazione e creatività si mescolino con altre discipline, come la psicologia, e che adottino un approccio più scientifico. Mi piacerebbe che nelle agenzie si prendessero più spesso in considerazione le ricerche di mercato e che ci fossero figure più strategiche, come lo strategic planner. Ritengo poi importante l’osservazione e l’interazione con i consumatori, aspetti che di solito le agenzie non considerano attentamente, creando quindi “strategie” senza conoscere in realtà il target.