LA TIVU’ OGGI
Da quando televisione e televisore non sono più sinonimi
L’esistenza del vecchio elettrodomestico per come lo conosciamo si sta avviando all’epilogo. La sfida si sposta su internet e le parole chiave sembrano essere ubiquità e interattività, termini molto abusati ma mai gratuiti in questo campo.
“La tua tivù sempre con te”, recita un claim che non potrebbe essere più azzeccato.
Da quando la televisione ha esondato dal solo schermo televisivo il panorama digitale è cambiato radicalmente. Non solo è possibile guardare la televisione in qualsiasi momento ma siamo anche in grado di scegliere come.
A permettere questo progresso è stato l’avanzamento della tecnologia e dei device dedicati alla visione: dagli schermi televisivi, a quelli degli smartphone, passando per i tablet.
Da una cultura del monoscreen, il classico televisore che dominava il nostro salotto, ci ritroviamo immersi in una realtà multiscreen, in cui talvolta il numero degli schermi presenti in casa nostra supera quello dei suoi abitanti. E il modo di utilizzarli cambia. Ne è esempio la generazione degli screen-agers che divide l’attenzione tra lo schermo televisivo, quello del portatile e quello del telefonino, spesso contemporaneamente.
Inoltre, dopo la rivoluzione in campo cinematografico, osannata da molti e ostracizzata da altrettanti, la possibilità della stereoscopia si è spostata anche al piccolo schermo. La tv in 3D permette di immergersi totalmente nell’intrattenimento televisivo, indossando occhialini oppure, negli ultimi modelli, anche liberandosene. Ma se, a causa forse della scomodità o della sfiducia, questa tecnologia non sta riscuotendo il successo sperato, la nuova proposta da oltreoceano riguarda la proiezione. Con un piccolo dispositivo da applicare direttamente al cellulare, quest’ultimo può trasformarsi in un vero e proprio lettore multimediale e permettere di proiettare i filmati sulla parete di casa.
Anche l’offerta è vasta: il digitale terrestre ha regalato all’utente numerosi nuovi canali, lo streaming permette la visione di trasmissioni a noi fuori portata e youtube ha creato la frattura definitiva, permettendo all’user di essere egli stesso produttore di contenuti. Come orientarsi quindi in questo dedalo digitale? Come sempre, all’advertising il compito di pilotare l’attenzione dell’utenza, e in questo nuovo mondo si rivela uno spazio di possibilità comunicative vasto e poco esplorato.
Non solo, ma con la proliferazione delle piattaforme è mutato anche il modo di fruire la televisione. La visione non è più lineare, ma discontinua e frammentata. Il telespettatore può sedersi in poltrona (o accendere il tablet dove si trovi) e mandare in play il suo programma preferito, dal frame in cui l’aveva messo in pausa anche giorni prima.
Tutti i nuovi intenti commerciali sono orientati in questo senso. Il sistema della catch up tv, i podcast, la tv on demand non fanno altro che mettere il telespettatore al centro del processo comunicativo. Quella che viene promossa e ribadita è la libertà di scelta. Scelta di cosa, come e quando guardare. L’unica libertà che allo spettatore non è concessa è quella di spegnere.
Cosa ci riserva il futuro? Le ultime invenzioni che presto vedremo sul mercato potrebbero far impallidire Doc, il lunatico inventore di “Ritorno al Futuro”. Le grandi aziende hanno in cantiere progetti come gli occhiali che permettono di accedere ai contenuti della televisione collegandosi a internet. Si tratta di primi esperimenti di augmented reality in cui non si vuole imitare la realtà ma stratificarla. Attraverso le lenti, le trasmissioni televisive e le icone del cellulare, si integreranno con quello che abbiamo davanti agli occhi. Indossando i visori occhiali la realtà si riempie dei contenuti del web.
Per quanto riguarda il domani non possiamo che lasciare irrisolto il punto di domanda e stare a vedere. Senza spegnere.
by Guglielmo Fava