www.viraccontoiltg1.rai.it
Come cambia la Notizia nel percorso dal Teleschermo al Monitor
Come si informa il direttore di una grande testata giornalistica? Twitter sembra essere il “media” più gettonato, almeno stando a quanto raccontano Peter Bale di CNN, Peter Horrocks di BBC, Philippe Jannet di Le Monde e Moeed Ahmad di Al Jazeera. Gli uomini che reggono le redini dell’informazione internazionale hanno in comune anche un’altra cosa. Sono tutti nel libro www.viraccontoiltg1.rai.it, scritto da Alma Grandin, Capo servizio del Tg1 online, con la collaborazione di Mariapia Ebreo, esperta di social media. Per la prima volta un libro traccia la storia del TG1, che va di pari passo con quella dell’Italia, e che si è evoluta nel tempo, secondo i ritmi e le esigenze del paese. Nel libro, presentato in anteprima alla Fiera Internazionale di Torino, si racconta di questo cambiamento, partendo dallo strategico punto di vista dell’innovazione. Il sito www.tg1.rai.it è nato il 10 giugno 2010, e al suo secondo compleanno festeggia con un libro che parte proprio dal “cuore della redazione on line della rete ammiraglia del servizio pubblico”, come si legge sul frontespizio dello stesso, per arrivare poi al confronto diretto con i grandi direttori delle maggiori testate giornalistiche internazionali, che hanno accettato di navigare il sito del TG1.
Le sorprese sono tante, ed interessanti, soprattutto quando Peter Bale, Vice President di CNN, scopre “vedo che sul sito del TG1 avete pubblicato il video CNN sul tifone. Ne sono molto contento! Rai è uno dei nostri partner, in Italia (…) attraverso queste partnership possiamo avere una grande distribuzione verso le persone che non vengono direttamente sul nostro “main website”. Il business della notizia è, infatti, quello di “far crescere il mercato delle news”. “Se hai bisogno di pubblicità, devi pensare alle news come ad un business, e questo è difficile. Penso che una delle cose che le media company dovrebbero imparare dal web sia misurare il successo del loro prodotto”. Il web quindi va inteso come una grande opportunità, anche per chi la notizia l’ha vissuta, fatta crescere sugli strumenti tradizionali, ed oggi deve imparare che “il giornalista è brand di se stesso”, che il dialogo diretto con i lettori, che il 2.0 garantisce e, per certi aspetti, impone, è diventato il vero parametro di misurazione della notizia.
I GRANDI DIRETTORI DEL TG1
Il Libro è però anche un interessante spaccato della vita e della storia del “Telegiornale” per antonomasia. Albino Longhi, Bruno Vespa, Carlo Rossella, Marcello Sorgi, Gianni Riotta sono i nomi dei “direttori del passato”, che hanno condotto il grande Tg italiano, e che Alma Grandin ha voluto incontrare per ripercorrere con loro le tracce del passato e le prospettive future del Tg1. Il libro porta poi una sfida: mette a confronto il sito del Tg1 con i maggiori esponenti della Web communication 2.0, del giornalismo nazionale e internazionale. Un passaggio epocale, questo dell’informazione: dal broadcasting televisivo alla fruizione attraverso gli strumenti tipici della Rete, vissuto da tutte le redazioni del Tg1 e reso possibile tramite su tg1.rai.it.
I SITI ITALIANI DI INFORMAZIONE
Su www.viraccontoiltg1.rai.it anche Ferruccio de Bortoli, Roberto Napoletano, Marco Tarquinio, Mario Calabresi, per rappresentare il punto di vista italiano dei protagonisti dell’informazione, per verificare come anche da noi l’informazione sia pronta per fare “il salto di qualità” richiesto da un target sempre più presente, ed esigente.
COME WEB COMANDA
Infine il web “ci spalanca le porte”, con le testimonianze di Adam Hirsh, Nicoletta Iacobacci, Layla Pavone e Riccardo Luna, che raccontano l’aspetto più dirompente e innovativo del “business” della notizia, che ritrova la sua forza nel web 2.0, nell’interattività e nel trans media. Il libro ripercorre quindi il valore degli strumenti di informazione, storici ed innovativi, che si confrontano per raggiungere un risultato comune: informare, aggiornando costantemente, e verificando comunque, come ogni giornalista dovrebbe sempre saper fare.