Matteo Antonelli
Il progetto informazione e i nostri strumenti di comunicazione
Matteo Antonelli Ceo Performedia
Sotto indagine è quest'anno il tema dell'informazione. Tra parola e immagine, oggi, quale è più efficace a livello comunicativo?
Partirei definendo quest'era come quella di piena affermazione della comunicazione via internet. Ciò detto terrei ben separati questi due strumenti di comunicazione. Penso infatti che esistano piani comunicativi diversi. E per la precisione a un primo livello va utilizzata l'immagine, fondamentale per catturare l'attenzione dell'utente, a un secondo livello la parola riesce a offrire quel necessario approfondimento e chiarimento che manca nell'utilizzo esclusivo della sola immagine. Il media web è in primis interazione, quindi, credo anche che la parola sia oggi molto importante per portare a buon fine la consegna di un contenuto comunicativo.
Quali ritiene siano, a livello informativo, gli aspetti su cui focalizzarsi per comunicare nel modo corretto e, quindi, far prevalere oggi un prodotto rispetto ad un altro?
L'approfondimento, di cui ho appena accennato, permette una differenziazione altrimenti impossibile. Certamente poi si può essere più o meno sintetici, veicolando solo quelle informazioni che davvero l'utente richiede. Questo processo può venir avviato solo sui nuovi media digitali; sui mezzi classici, invece, con target spesso ampi e indistinti appare più difficile riuscire a fare in modo che tutti si immedesimino con i prodotti o quanto comunicato. La comunicazione "one to one" in tal senso ha molte potenzialità ed è la più efficace.
Quanto è importante per il creativo il giudizio del target di riferimento sull'informazione data?
Nella nostra agenzia consideriamo il consumatore parte integrante del processo di comunicazione e, come tale, accade sempre più frequentemente che una creatività iniziale, in corso d’opera, a seguito dei feedback sul target, subisca vincenti correzioni nei contenuti del messaggio veicolato. Le aziende sono ancora caute in questo scenario ma ritengo che diversamente dal passato, cioè quando si "creava" il prodotto e poi si cercava di motivarne l'esigenza, oggi ci siano maggiori possibilità procedendo in questo modo per scoprire bisogni latenti e, una volta centrato l'obiettivo, per esempio creando un prodotto ad hoc che prima non esisteva, si possono conseguire ottimi risultati di business. In definitiva, penso che ci siano business potenziali che possono venir scoperti solo con un dialogo costruttivo agenzia-azienda-cliente.