Il web è morto.... lunga vita al web
Riflessioni dallo IAB Forum di Milano
Se il web non è morto, allora il web è… se lo sono chiesti anche allo IAB Forum di Milano www.iabforum.it tanto da farne il claim dell’evento.
Per discutere di un mercato, quello della pubblicità online in Italia, che vale un miliardo in investimenti, e che si da l'obiettivo di triplicarli entro il 2014, è stato invitato Chris Anderson, direttore di Wired Usa, ha aperto l’assemblea plenaria IAB proprio portando all’attenzione la copertina del suo giornale che, lo scorso settembre, titolava “The web is dead”.
No, tranquilli, aver investito sul web non è stato un errore, ma potrebbe diventarlo non cogliere i cambiamenti, numerosi e repentini che interessano soprattutto il mondo dell’adv. Lo aveva affermato qualche tempo fa anche Dina Kaplan, co-founder di Blip.tv, un nuovo progetto di broadcasting on line di cui presto si sentirà parlare anche in Italia http://www.blip.tv/ “tradizionalmente le persone guardavano al brand, ma ora il business viene spinto verso gli utenti, la traditional adv ha più senso, l’adv di successo sul web è piuttosto una combinazione di più cose”. Se ancora qualcuno storce il naso, in Italia, sentendo parlare di Web 2.0, bisogna comunque cominciare a fare i conti con una realtà sempre più diffusa. Facebook, il social network per antonomasia, sbanca anche come player nel mercato dell’on line adv. Secondo l'ultimo report di ComScore, Facebook ha raggiunto una quota del 23% nel terzo trimestre 2010, patendo da un 17,7, ed ha quindi doppiato Yahoo! che nello stesso terzo trimestre 2010 si attesta all’11% del mercato display adv USA. La “pubblicità display” include banner, video, rich media, rappresenta in America un settore in forte crescita, del 22% su base annua, che tradotto in cifre per il solo trimestre considerato ci fa parlare di 1.3 miliardi di annunci. 297 milioni di display impression realizzate da Facebook, più del totale di Yahoo, Microsoft, Fox Interactive Media eGoogle, che si limitano a “stare al passo”. Un mercato che, nelle stime di eMarketer, crescerà del 13%, fino a 8,56 miliardi di dollari e Yahoo! dovrebbe confermarsi il maggiore rivenditore di display ads, con una quota del 15,4%, con Facebook a seguire con una percentuale del 9,5%.
Volendo dare uno sguardo al mercato europeo, torniamo allo IAB, dove è proprio Google che ci aiuta, presentando i dati del mobile adv in occasione di uno dei Focus svolti nell’ambito dell’Internet Advertising Bureau.
A fronte di una “rivoluzione mobile” molto veloce, considerando che l’Iphone ha raggiunto i 50 mio di utenti in circa un anno, contro i 14 della tv ed i 38 della radio, le stime sostengono che nel prossimo anno il “mobile internet” supererà il browsing da pc.
Come “previsto” nella dichiarazione che la scorsa estate ha shoccato la rete, ad opera di Chris Anderson e Michael Wolff, quest’ultimo giornalista di Vanity Fair e fondatore di Newser, un aggregatore di notizie.
Se Anderson e Wolff decretavano la morte del web, si è poi capito che si stava semplicemente anticipando il fenomeno che si è puntualmente verificato: la fruizione dei servizi e delle app non avviene più da computer, o non solo, visto l’imporsi del Mobile Internet. La diffusione degli smartphone, fra cui vanno considerati, oltre agli IPhone anche Android e BlackBerry, consente di fatto di leggere ed inviare mail, consultare siti di informazione, utilizzare i social network, alcuni creati “su misura” per la fruizione da mobile. Ma come ci dice sempre Google, il 50% delle navigazioni da smartphone cominciano con un “search”. Il risultato della ricerca porta, così come per i browser, la presenza dei link sponsorizzati in testa, una forma di adv, senza dubbio.
Il dato europeo relativo alle “commercial queries” a registrato un +3000% dal 2007 al 2010, e l’Italia è al secondo posto dopo la NL. Il 38% compie azioni come conseguenza della ricerca, il 67% è interessato alle informazioni, mentre il 58% compie azioni commerciali, spesso finalizzati all’acquisto. Questo tipo di fruizione potrà favorire il raggiungimento dell’obiettivo dei tre miliardi di investimento entro il 2014. Internet rappresenta una grande opportunità, che in molti considerano ancora “work in progress”, visto che non ci sono formati standardizzati e mancherebbero sistemi di monitoraggio e misurazione efficace delle campagne, proprio sui social network. E se il futuro prevedesse anche un cambiamento di prospettive?
By Mariapia Ebreo