Bob Noorda
Il ricordo di uno dei grandi maestri della comunicazione visiva
L’opera di Noorda si distingue per la straordinaria comunicazione visiva, per la chiarezza formale e l’essenzialità espressiva, per i programmi di valorizzazione dell’immagine aziendale (corporate identity), per la cura dell’imballaggio e del design del prodotto e per il design di interni ed esposizioni.Noorda è stato uno dei primi a capire che un’azienda ha bisogno di un’identità forte che vada al di là del semplice marchio e che coinvolga l’architettura degli interni e il packaging dei prodotti: “Un buon progetto di design non deve essere influenzato dalle mode del momento, ma deve poter durare il più possibile”. Il lavoro creativo è per Noorda un processo lento e di precisione, che richiede pazienza ed estrema concentrazione e che difficilmente nasce da ispirazioni improvvise: “Non si può raccontare come vengono le idee. Posso solo dire che è un processo lento, solitario, di creazione e decantazione per trovare la sintesi assoluta. Questo è il difficile. Questo cerco di insegnare ai miei allievi che sono impetuosi, buttano giù subito un’idea e pensano di aver trovato la soluzione”. Noorda sostiene che per creare un marchio che conservi nel tempo la stessa forza simbolica è fondamentale studiare a fondo l’identità dell’azienda in questione: “Quando disegno un marchio lo faccio avendo presente l’aspetto culturale, non solo quello commerciale, di un’azienda. E cerco di pensare ad un’immagine che possa durare nel tempo, senza apparire da subito superata, vecchia”.
I principali lavori che lo hanno reso famoso sono la segnaletica delle metropolitane di Milano, di New York (in esposizione nel settore design del Museum of Modern Art) e di San Paolo del Brasile (“settimane intere sotto terra a studiare, i colleghi mi chiamavano la talpa”), il design degli esterni e interni dei supermercati e ipermercati Coop in Italia, degli interni degli uffici della Regione Lombardia, il famoso Pirellone, i loghi della Mondadori e della Feltrinelli, i marchi di identità aziendali come Agip, Enel e Touring Club Italiano, l’icona del self-service del distributore di benzina, progettata per l’Agip e adottata in seguito da altre compagnie. Nel 1964 Noorda si è aggiudicato il Compasso d’Oro, il premio più prestigioso nell’ambito del design industriale nazionale, per la segnaletica della metropolitana milanese, nel 1979 per l’immagine coordinata di Agip Petroli e per il simbolo e l’immagine della Regione Lombardia; a Rimini ha ricevuto la medaglia d’oro per la sua attività nel campo del design.
Noorda è stato docente all’Umanitaria di Milano e all’Isia di Urbino, ha insegnato Comunicazione visiva alla facoltà del Design del Politecnico di Milano e proprio al Politecnico gli è stata conferita, nel 2005, la laurea ad honorem in Disegno industriale.
Il progetto della segnaletica della metropolitana di Milano, realizzato agli inizi degli anni Sessanta in collaborazione con l’architetto Franco Albini, lo ha reso celebre in tutto il modo. Noorda voleva creare una simbiosi tra l’arredamento delle stazioni e le indicazioni che servivano da orientamento per i viaggiatori, dando così vita alle famose fasce colorate identificative delle diverse linee, rosso per la linea uno e verde per la linea successiva. È stata questa l’idea rivoluzionaria di Noorda, sostituire i cartelli indicanti i nomi delle stazioni con una fascia colorata lungo tutta la stazione, ripresa poi in tutto il mondo per la chiarezza visiva e la coerenza grafica. Si trattava di una fascia rosso-arancio alta venticinque metri in cui il nome della stazione, in bianco, si ripeteva ogni cinque metri, accorgimento efficace in quanto consentiva ai passeggeri di capire dove si trovavano anche con il treno in movimento e che serviva da guida verso i treni e verso l’uscita. Inoltre, per evitare che il riflesso delle luci del treno ostacolasse la chiarezza delle parole Noorda decise che la fascia dovesse essere opaca. Per l’occasione venne studiato un carattere nuovo partendo dall’Helvetica: Noorda ridisegnò a mano tutte le lettere, attenuò le curvature, accorciò tutte i tratti ascendenti e discendenti per rendere l’occhio del carattere più grande, studiò la spaziatura tra le lettere e, considerando che una scritta in negativo, nel suo caso bianca su fondo rosso, tendeva otticamente ad allargarsi, ridisegnò il carattere con uno spessore tra il bold e l’extrabold.
Diversi anni dopo, però, la prima linea della metropolitana milanese fu sottoposta a lavoro di manutenzione e adeguamento che hanno alterato i delicati equilibri grafici e percettivi studiati da Noorda: il colore è stato modificato e i cartelli riproposti con una vernice lucida a discapito della leggibilità. Tutto questo è stato fatto senza interpellare Noorda che, rammaricato, ha affermato: “Tutti i lavori pubblici in Italia sono malmessi, il livello è bassissimo, non c’è interesse, manca il gusto estetico. In Olanda, per fare un esempio che conosco bene, c’è molta attenzione per l’immagine”.
L’esigenza di rinnovare il marchio dell’Eni è nata nel momento in cui la società ha smesso di essere l’Ente nazionale idrocarburi ed è diventata una società per azioni. Il compito di sviluppare una nuova “corporate image” del Gruppo Eni è stato affidato a Noorda che ha presentato un progetto grafico caratterizzato al tempo stesso dall’essenzialità degli elementi e da una notevole forza e suggestione: il caratteristico cane a sei zampe è stato unito al logo Eni occupando uno spazio quadrato attraversato centralmente da una riga rossa orizzontale. Di conseguenza anche il cane ha subito un intervento di restyling e la sua lunghezza è stata accorciata per adattarla a quella del logotipo Eni.
Noorda ha progettato, insieme a Massimo Vignelli, anche l’immagine di alcune collane della casa editrice Feltrinelli, tra cui la collana di saggistica SC/10 (Serie cultura). Su uno sfondo bianco comparivano i nomi dell’autore, del titolo e dell’editore inseriti all’interno di una F composta da tre bande diagonali che si sviluppava dalla prima alla quarta di copertina. Lo stile adottato da Noorda e Vignelli è fondato su tre concetti basilari: griglia polivalente, caratteri bastone e impaginazione asimmetrica. La loro era una forma di comunicazione e di espressione chiara ed efficace che si è avvalsa di una grafica semplificata e rigorosa (con l’eliminazione anche dell’immagine in copertina).
Il simbolo della Regione Lombardia è stato elaborato e progettato da Noorda insieme a Roberto Sambonet e Pino Tovaglia ed è una stilizzazione della “rosa camuna”, una delle incisioni rupestri presenti in Val Canonica. Noorda ha dichiarato: “Del logo della regione Lombardia, ricordo che Munari mi disse ‘è un logo giusto: ha forza, si memorizza bene, anche un bambino riuscirebbe a ricordarlo’”.