ENTRARICERCA

Cesare Fracca
Executive Producer Haibun

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Cesare Fracca

Che senso ha oggi il termine ‘creatività’ ? Che cosa è cambiato rispetto al passato?

Il rapporto di Haibun con la creatività si è sempre distinto per un rispetto totale dell’idea creativa. Ogni volta cerchiamo di interpretare l’idea con il linguaggio più attuale che si aggiorna continuamente. Per uno stesso soggetto ci sono idealmente diverse possibilità di rappresentazione a seconda del momento storico in cui si propone. Le nuove tecnologie non influiscono direttamente sulla creatività che segue un suo percorso autonomo, ma aiutano nella realizzazione di storie più coraggiose, innovative e talvolta rischiose. La tecnologia offre opportunità in più, nuove possibilità di sperimentazione e di esecuzione.

Parliamo di formazione: quali conoscenze devono essere trasmesse dalle scuole di comunicazione per formare dei comunicatori di livello?

Per quanto riguarda la produzione non si può parlare di vere e proprie scuole. Il luogo migliore dove imparare questo mestiere rimane sempre la bottega. Le scuole danno una preparazione solo di base, sulle principali tecniche utilizzate, ma in due mesi sul campo si impara quanto una scuola fa in uno o due anni.Io stesso ho iniziato proprio sul campo, come testimonial di una marca di pannolini a sei mesi, ripreso da mio padre, direttore della fotografia e produttore. Ho sempre vissuto in questo mondo e l’ho respirato fin da bambino quando facevo pubblicità per scarpe e vestiti per bambini e poi come assistente montatore, operatore e responsabile luci in teatro. I giovani che iniziano a fare questo mestiere dovrebbero partire dalla pellicola per rendersi conto dell’essenza del mestiere. Imparare a ragionare per fotogrammi e non per scene. Solo così si acquisisce la sensibilità che fa la differenza. Diverso il discorso per le scuole di regia. Queste dovrebbero servire a formare nuovi talenti. In Italia ci sono, ma non sono di qualità. I registi nuovi attualmente sulla cresta dell’onda sono tutti ex assistenti alla regia di firme di prestigio della regia italiana e non provengono da nessuna scuola. Considerati i minori costi dei macchinari attualmente a disposizione solleciterei più investimenti e nuove valide scuole di regia per creare e stimolare nuovi talenti nel nostro paese.

Nei prossimi anni quale sarà la tipologia di comunicazione sostenibile?

Da alcuni anni si è consolidata purtroppo la pratica di cercare di ottenere il massimo risultato con il minimo costo. Questo ha comportato un grande sforzo da parte nostra per riuscire a dare comunque sempre il meglio. E’ un meccanismo che rischia però alla lunga di far esplodere il settore se accetteremo ancora a lungo di produrre a costi inferiori al reale valore del lavoro, portando a sottostimare il nostro contributo.

Quali le caratteristiche della campagna Renault Megane Touch?

Questa campagna è nata dal concetto creativo che ruotava intorno all’idea di curve e del toccare le curve dell’auto. Nella gara sui trattamenti proposti dai vari registi abbiamo avuto la meglio grazie alla soluzione offerta insieme ad Anthony Atanasio, uno delle nostre firme in esclusiva. Si tratta di un regista affermato e di grande esperienza, uno dei migliori al mondo e anche molto esigente. Tutti i giorni avevamo sul set tre macchine da presa, lo scenografo da Londra, il direttore della fotografia francese, l’assistente alla regia canadese e quattordici attori scelti con un casting accurato a Los Angeles.Ne è risultato un film molto divertente, ironico e di facile memorizzazione, con grande soddisfazione del cliente e dell’agenzia.

Cosa dire del filmato per Coni?

E’ stato molto divertente coinvolgere e coordinare in questo film come attori degli atleti professionisti pluripremiati come Antonio Rossi, Igor Cassina, Paola Pezzo, Marco Bortolami e Filippo Magnini. Quest’ultimo ha persino dovuto nuotare in uno stagno pieno di rane!

Per quanto riguarda Camel?

È stato uno spot complesso da costruire per la delicatezza del tema trattato. Sono state scelte con molta cura le immagini utilizzate e i messaggi veicolati, cercando di evitare tutta una serie di concetti negativi legati al fumo. Il film, per la regia di Harvey & Caroline, è una serie di vignette e di situazioni che si collegano tra loro. La fluidità delle immagini è data da un grande lavoro di post produzione realizzato a Londra. Il risultato un sapiente mix tra scenografia e composizione delle immagini.E’ un film girato per l’estero, andato in onda in diversi paesi (Lettonia, Germania, Spagna, Svizzera e Grecia) che ha richiesto anche un notevole lavoro di speakeraggio, tutto gestito dall’Italia.

I vostri progetti per il futuro?

Il nostro spirito è sempre stato quello di proporre un modo per noi più efficace di fare produzione, improntato a un contributo propositivo e sinergico all’idea creativa. Come dice il nostro stesso nome, Haibun, a noi piace dire e fare cose complesse in modo semplice.Per il 2006 abbiamo fatto una scelta molto forte, siglando diciotto nuove esclusive con registi di fama internazionale, dopo un’accurata selezione. In questo modo siamo in grado di articolare l’offerta per far sì che la nostra capacità innovativa cresca di pari passo con le esigenze del mercato e della nostra attività. La scelta di Haibun porta a un ampliamento dell’offerta di generi e stili, ma anche a una commistione di idee e culture stimolante, capace di dare un contributo concreto dal punto di vista qualitativo. Avere la possibilità di lavorare continuativamente con tanti registi di cultura e impostazione diversa ci consente di declinare al meglio di volta in volta l’idea creativa alla base di uno spot.

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Ultimo aggiornamento:
1 agosto 2022
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