Daniele Pizzato
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Ispirazione e produzione creativa. L’ispirazione ci accompagna, e come si dice non dà preavvisi, la produzione spesso conferma le idee e il lavoro di team produce sempre i migliori risultati.
Daniele Pizzato
Art director - eCommerce area presso OVS S.p.A.
Come nasce l'ispirazione, per un creativo di oggi? Dove traiamo la nostra "ispirazione" che ci porta a rivelare ciò che esiste ma è nascosto?
Let’s start with…
Io partirei innanzitutto dal chiedermi: davvero l’ispirazione del creativo nasce dal nulla e senza preavviso, come in tanti credono? Io penso di no. La creatività non è semplicemente un dono innato ma si nutre e cresce grazie ad esperienze e conoscenze. Più una persona tiene la mente aperta e curiosa, alimentandola con la lettura, confrontandosi con professionisti, visitando mostre, musei, frequentando corsi e lasciandosi andare all’ammirazione delle cose che lo circondano, più la creatività e l’ispirazione si concretizzano inaspettatamente: perché nulla si crea dal nulla ma bisogna lasciarsi “ispirare dal tutto”.
E lo stesso vale per la produzione creativa: per portare a termine un progetto è necessario passare attraverso un processo che nasca non solo dal singolo individuo ma dalla cooperazione dei componenti del team, di solito composto da art e copy. Qui le figure professionali si compenetrano, lavorando in sinergia: perché il primo ha più esperienza nel campo visivo ed emozionale, mentre il secondo sa utilizzare al meglio le parole. E da qui nasce l’idea del parto.
Parto come frutto dell’amore, della condivisione e della collaborazione tra menti affini. Come un figlio che prende vita e con il tempo matura diventando non solo bellezza ma anche, da un punto di vista comunicativo, utilità. Il prodotto creativo infatti deve essere bello e funzionale, ma non fine a se stesso assecondando il gusto estetico del singolo: in questo caso infatti il rischio è che perda forza e significato.
Tutto nasce dal brief ricevuto, ovvero da quelle informazioni che ci vengono consegnate all’inizio del progetto. Queste non dovrebbero limitarsi alle sole fredde analisi numeriche e alle valutazioni dei competitor, ma dovrebbero scavare ancor più in profondità. Il creativo deve raccogliere le sensazioni che il prodotto trasmette, lasciandosi emozionare il più possibile e valutandone tutti gli aspetti positivi e negativi: deve in qualche modo arrivare a conoscere il prodotto in maniera approfondita e a “farlo suo” per poi renderlo appetibile ai potenziali clienti.
Per quanto riguarda invece l’ispirazione, penso che grazie a internet il “tabù” di non saper da dove prendere spunto sia caduto. Oggi è possibile trarre spunti semplicemente facendo una ricerca combinata su diversi siti di database creativi, come ad esempio Pinterest, Behance e, perché no, Google. Qui la difficoltà consiste nel raccogliere diversi spunti per poi suddividerli in sottogruppi di ispirazione che portano a delle idee/concept da portare in brainstorming, dove saranno scremate con un’attenta analisi e valutazione dei pro e dei contro che le creatività proposte possono generare.
In questo senso, a mio parere il nemico più grande del creativo è senza dubbio il tempo: le tempistiche che spesso ci vengono richieste per realizzare una creatività sono molto strette e questo fattore dà più spazio all’istinto e meno alla ricerca e al processo creativo.
In altri casi l’idea può nascere da un’intuizione inaspettata: si tratta però di situazioni più rare che, come spiegato in precedenza, possono nascere da un background di esperienze e conoscenze che vanno a sommarsi anche allo stato d’animo che il creativo (art o copy che sia) vive in quel momento.
Come riconoscere la consapevolezza delle proprie competenze nel nostro ambito lavorativo? Come misurarsi con questo aspetto nello svolgimento dell'attività professionale?
Senza dubbio la consapevolezza si acquisisce con l’esperienza, ma anche con la conoscenza e la sperimentazione di nuove forme di comunicazione (come ad esempio i social network): naturalmente nessuno può essere un “tuttologo”, ma è importante approfondire il mondo della comunicazione, essere curiosi e, soprattutto, non vedere il nuovo come un limite ma come una possibilità di arricchimento e crescita professionale.
Nel nostro mondo condiviso non ci si può più permettere di agire da soli. Con chi costruire alleanze per rispondere alle esigenze del mercato di oggi?
A mio parere questa domanda non ha una risposta definitiva. Sicuramente oggi le figure professionali del mondo della comunicazione sono varie e pretendere di saper risolvere tutto da soli banalizzando il lavoro da svolgere di certo non aiuta a realizzare un lavoro ottimale. A mio avviso è importante contare su di un team creativo di professionisti affiatati, composto da figure con competenze diverse e trasversali che, lavorando in sinergia, sappiano funzionare insieme come un’orchestra per raggiungere un obiettivo comune.