Andrea De Micheli e Luca Oddo Executive Producers Casta Diva Pictures
Le Interviste Mediastars XII Edizione
Andrea De Micheli e Luca Oddo Executive Producers Casta Diva Pictures
La comunicazione può fare squadra?
In Casta Diva Pictures siamo convinti che la buona comunicazione nasca da un rapporto armonioso con agenzie e clienti, specialmente con i buoni clienti: quelli che ne capiscono di comunicazione, e che non solo sanno scegliere bene i loro consulenti, ma si fidano abbastanza di loro da lasciarli lavorare liberamente su strategie ed execution originali.
Pensa che nel settore della comunicazione si possa verificare una combinazione altrettanto fortunata come i diversi riconoscimenti azzurri in ambito sportivo, anche per quanto riguarda il settore della comunicazione italiana rispetto a quella estera?
In Italia è più difficile perché ci mancano la tradizione e la cultura della comunicazione, rispetto ai paesi anglosassoni, ovviamente, ma anche rispetto all’America Latina, alla Spagna, alla Francia, al Giappone. Tutti paesi con una forte e univoca personalità e immagine. L’Italia delle cento città è anche l’Italia delle mille opinioni sulle campagne pubblicitarie e dei piccoli imprenditori che chiamano la segretaria per avere un parere “dal basso”.
Quest’anno vorremmo puntare l'attenzione sui premi internazionali vinti da agenzie italiane. Come giudica il rapporto tra creatività italiana e creatività estera?
Non si può generalizzare: c’è del buono e del cattivo ovunque. Prendiamo un settore diverso dalla pubblicità: il cinema. È opinione comune che la qualità tecnica del cinema americano sia superiore, ma si dimentica che in Italia arrivano solo i migliori 50-60 film della produzione USA, che ammonta a 500 film all’anno (su circa 50.000 sceneggiature depositate alla Writers Guild).
Certo è che rispetto a qualunque parametro (popolazione, numero di campagne prodotte ecc.) La creatività pubblicitaria italiana non brilla per numero di premi all’estero.
Casta Diva quest’anno ne ha presi due per SKY Rugby (agenzia Forchets): un Oro nella categoria Best Themed Campaign al Promax/BDA Europe 2008 di Barcellona e un Bronzo nella categoria Sports Program Promo al New York Festivals 2008 International Television Broadcasting Awards. Quindi ci sentiamo di aver fatto la nostra piccola parte!
Quale è il vostro impegno nella settore della comunicazione, per la formazione collabora con degli istituti universitari? Aderisce a qualche associazione di settore? Le è capitato di fare parte di giurie internazionali?
Quali sono i riconoscimenti internazionali ricevuti dalla vostra agenzia negli ultimi anni?
Vedi sopra…
Abbiamo scritto un manuale: La fabbrica degli spot, edito da Lupetti e con la prefazione di Spike Lee, per passare alla generazione successiva il nostro know-how.
Siamo spesso chiamati a tenere lezioni nelle Università e nelle scuole di comunicazione.
Abbiamo partecipato a molte giurie in Italia, non ancora all’estero.
Crede sia possibile investire concretamente su forme di comunicazione non convenzionale?
Certo, ma soprattutto è possibile un mix di investimenti tra forme di comunicazione cosiddetta tradizionale e non. A noi di Casta Diva non sembra però che questa divisione abbia una ragion d’essere: è solo una questione nominalistica. La comunicazione è adata o meno adatta, efficace o meno efficace. Il consumatore non sa e non gliene importa se essa è tradizionale o meno.
Uno dei temi di quest’anno per le nostre interviste riguarda il team di lavoro e la sua composizione. Com’è composto il vostro team?
In Casta Diva abbiamo competenze diverse a bordo. I nostri producer sono esperti di commercial, ma abbiamo anche event manager nella EGG, la nostra società di eventi, e stiamo assumendo un po’ di softwaristi e tecnologici, per una nuova divisione che stiamo creando per dare una risposta ai clienti che chiedono media integration con mezzi quali internet, cellulari, ip-tv ecc.
In un mercato sempre più competitivo la motivazione e la forza del gruppo possono essere ciò che fa la differenza. Quali possono essere a Vostro giudizio le potenzialità di un buon coaching, dovendo quindi intervenire su team di progetto orizzontali, verticali e anche trasversali?
È vero, si tratta di un tema importante. Un tempo si cercava l’estrema specializzazione, oggi si privilegiano competenze trasversali, non facili da trovare. È quindi importante dedicare tempo e risorse al coaching dei ragazzi, per far capire a tutti il contributo che possono dare e ricevere dai diversi membri del team.
Concludiamo con un augurio al mondo della comunicazione…
Che sia fatta con maggiore originalità…