Geo Ceccarelli
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Geo Ceccarelli
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Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Il messaggio va condiviso, e soprattutto va pensato per essere condiviso. La grande rivoluzione che il digital ha portato è proprio il media guadagnato e in un mondo in cui tutto è media le opportunità di guadagnare reputazione sono tantissime.
Quello che manca oggi è un indicatore che misuri proprio la reputazione: il R.O.R (return of reputation), un indicatore a medio lungo termine che determini quanto l’ecosistema di comunicazione lavori su gli individui per formare in loro la reputazione su una marca, oggi assai determinante nelle scelte di acquisto.
La nostra filosofia parla chiaro: non abbiamo bisogno di più contenuti ma di contenuti che facciano di più.
Partire dal presupposto che il messaggio deve essere pensato per essere poi condiviso, di per se non ti dà nessuna garanzia: per questo motivo alla base del nostro processo c’è un’analisi quantitativa dei dati che trasformiamo in qualitativa.
Questa è la linfa che sostiene nel tempo non tanto il singolo messaggio ma l’intera conversazione, non ci dimentichiamo che viviamo nell’era dell’ economia dell’attenzione, e per suscitarla bisogna continuamente essere ingaggianti, cercando però di mantenere coerenza con quello che abbiamo detto, che diciamo e che diremo.
I like di per se non si trasformano in reputazione o acquisti, stanno prendendo il ruolo delle ricerche, ossia l’endorsment per agenzie e brand che si sta facendo bene; ma sono ancora un indicatore troppo labile.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Non credo che siano i social lo strumento migliore o addirittura lo strumento esclusivo per costruire il valore di marca e ingaggiare gli utenti.
Credo di più negli editori, che non a caso si stanno tutti attrezzando per ospitare contenuti brandizzati: un articolo letto, un filmato, un’intervista, credo che valgano ancor di più di un post.
Il content marketing nasce esclusivamente per parlare di marca e non di prodotto, al limite si parla del prodotto per raccontare come opera una marca.
Oggi le aziende hanno forti conflitti al loro interno, c’è chi ragiona in ottica di ecosistema, e quindi riesce a mantenere un equilibrio su contenuti commerciali e contenuti di marca, mentro ci sono invece altre aziende che non hanno ancora raggiunto questa maturità.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Personalmente ho una sola regola: non provocare.
A meno che non si stia cercando quello, la provocazione è come la scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
Pensate al caso Barilla sulle famiglie etero e gay, e alla polemica che ha suscitato: c’è voluta una task force per raddrizzare quella situazione, un effort enorme.
Questo è l’altro segno dei tempi: non puoi permetterti di essere leggero. Come dicevo prima un’intervista oggi fa pienamente parte di un piano di comunicazione.
Volente o nolente il rapporto con le marche è un rapporto odio amore per natura; è il marketing : quello che peraltro sta vivendo la rivoluzione più grande in questo momento.
Questo è marketing bellezza...