Niki Starnino
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Niki Starnino
Creative Graphic Designer
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Il professionista creativo, prima di tutto, non dà nulla per scontato, perché è colui che pondera su ogni aspetto di ciò di cui i clienti e i destinatari del proprio lavoro hanno bisogno. Dopodiché, armato di mente aperta, passione, coraggio, curiosità, lavoro costante, meticolosità e flessibilità, instilla idee e crea progetti concreti dall’alto valore estetico e funzionale.
Esempio: sono un ragazzo di 27 anni, che vive in città e lavora prevalentemente al computer, ma a cui piace anche stare a contatto con la natura, scoprire il mondo e fotografarlo.
Ho bisogno di un paio di scarpe nuove.
Ecco un’esigenza che nasce.
In questo caso sarò io stesso a cercare di soddisfarla.
Come prima cosa devo capire “perché” ho bisogno di scarpe nuove: le vecchie erano consumate? mi facevano male? non le sentivo più adatte alla mia persona? erano comode ma obsolete? ecc.); una volta trovate una o più risposte si procede con altre domande: “come le vorrei?”, “quali sono le mode attuali?”, “che marca scelgo?”, “ci sono nuove tecnologie?”, “dove le cerco?”, “chi le apprezzerà”, “è importante che le apprezzi qualcun altro oltre me?”, “che benefici devono darmi?”, “mi servono casual o sportive?”, ecc.
Vi chiederete: ma che cavolo di esempio è? In questo caso non dobbiamo mica comunicare qualcosa, devi solo comprare delle scarpe!
E invece bisogna imparare che “tutto comunica”… un messaggio, più messaggi, anche non previsti e questo è l’esempio di come ci si può presentare davanti un problema di comunicazione nuovo, non risolvibile come quello precedente, al quale dovremo dare tante attenzioni per non lasciare che i messaggi siano travisati, imprevisti, corrotti, superficiali…
Dopo ricerca, confronto, idee ed sperimentazioni, decido che la soluzione migliore (per spesa, benefici, qualità, benessere, ecc) per il mio cliente (me) è comprare due paia di scarpe: uno da usare per andare a lavoro e l’altro per le uscite avventurose cosicché ciascun paio duri più a lungo, si comporti bene nel contesto per cui è stato progettato, mi piaccia e mi permetta di camminare bene.
A chi mi vedrà arriverà il “messaggio” che ho fatto scelte ottimali per me e il contesto in cui sono e opero, e mi valuterà maggiormente capace di andare a scoprire il mondo!
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Assolutamente si, i social network sono degli strumenti potentissimi, ma come tutte le cose potenti se usate male possono anche fare danni. Per questo è importante la presenza di figure professionali dedite alla loro gestione.
Parlare agli utenti e ai clienti in prima persona attraverso i social network permette di accorciare il divario gerarchico tra azienda e consumatore, tra marca e fan, tra servizio e servito, riuscendo ad assimilare le reali esigenze e a recepire velocemente feedback su operazioni commerciali, scelte stilistiche, comportamenti sociali, ecc. Se acquisto una cucina da Azienda X e mi arriva rovinata, in ritardo o di scarsa qualità, faccio presto ad andare sui social a lamentarmi e anche una piccola voce in quel momento può avere il suo peso nella reputazione di un brand. Cosa molto importante poi è decidere di parlare di valori, argomenti, attualità, anche se si vende pasta, posizionandosi in un preciso modo nella società e nella mente degli utenti, al fine di convincerli a diventare propri fan e/o potenziali clienti.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Possono essere tanti gli errori da non commettere in comunicazione, e lunghe le argomentazioni a riguardo, ma ce ne sono sicuramente alcuni che tutti dovremmo evitare di fare:
1. MENTIRE; se non sei leale e sincero, è facile essere scoperti e si rischia di divenire “non più credibile”
2. CERCARE UN ALIBI INSOSTENIBILE ALL’AVER MENTITO O SBAGLIATO; se sbagli devi chiedere scusa e fare un passo indietro, per poter ripartire con umiltà e coraggio
3. AGGREDIRE; non è che per forza il cliente abbia sempre ragione, ma ci sono modi e modi di interagire con esso, anche quando è irriverente o maleducato, e se anche il brand si mette a fare la voce grossa ha solo da perdere
4. ESSERE IN RITARDO; se accade qualche evento sociale degno di nota e tutti ne parlano: o si decide di dire la propria subito o meglio lasciar perdere perché se si interviene una settimana dopo si rischia solo di passare per gregari o peggio ancora di
5. ESSERE RIDICOLI; senza cognizione di causa, visione d’insieme, preparazione… meglio non parlare
6. IMPROVVISARE; se vuoi essere reputato bene dalla community e preso in considerazione come brand, bisogna offrire contenuti, pubblicità, prodotti e servizi strutturati e di qualità
7. ESAGERARE; non c’è bisogno di fare gli splendidi sempre, meglio una condotta sobria, non è vero che “basta che se ne parli”
8. ESSERE OBSOLETI; se i tempi cambiano, stiamo al passo
9. NON RISPONDERE; domandare è lecito, rispondere è cortesia… sii cortese
10. SPARIRE; un brand che offre contenuti costanti e di qualità sui social, e che investe sulla comunicazione in generale, è seguito e preso in considerazione, al contrario farà sentire l’utente/cliente abbandonato a se stesso costretto ad andare a cercare altrove la propria sete di informazione, occasione, novità e intrattenimento.
I social rendono virali gli errori dei grandi brand, ma poi dopo una settimana si parla di altro. Ciò non significa che il web non abbia memoria, quindi: un errore non farà certo crollare in un battito di ciglia un brand strutturato ed economicamente attivo, ma lo potrebbe far tremare, quindi attenti!