Emilio Bonura
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Emilio Bonura
Consulente e Formatore
Solitamente il BRIEF deve servire a capire chi è il CLIENTE, cosa rappresenta la sua azienda, quali sono gli OBIETTIVI che il cliente si è prefissato e le sue aspettative. Dopodiché preparo un piano EDITORIALE che poche volte o quasi mai condivido con il cliente, ho abituato il cliente a fidarsi delle mie COMPETENZE, facciamo un incontro ogni 15 gg. RIEPILOGATIVO un brief per capire determinate logiche e per sapere di come sta funzionando il tutto, ANALIZZANDO le KPI e le interazioni prodotte, facendo interferire il meno possibile il cliente nelle dinamiche che il cliente non conosce...come FORMA MENTIS "il cliente deve fare il cliente", come un buon meccanico fa il suo lavoro sapendo dove mettere in maniera sapiente le mani, lo stesso vale per noi Social media manager.
Io sono dell' idea che lavorare molto sui VANITY POSTE sia controproducente sia per i costi di REALIZZAZIONE da parte del committente sia per i risultati che si possono ottenere in modo particolare su Facebook.
Oggi soprattutto in ambito LOCAL sui Social funziona molto BENE lo "street marketing", la possibilità di potere far vivere le cose reali che gravitano intorno all'azienda o all'attività commerciale e non POST fantasiosi.
Il Piano editoriale non è La Bibbia, deve essere un PERCORSO, che può essere cambiato in CORSA in un secondo, non è possibile avere fatto un PIANO EDITORIALE e programmato dei POST 2 settimane prima e poi in quel determinato SETTORE avvengono degli EVENTI che ne stravolgono la NARRAZIONE e per un problema di programmazione non se ne parla o non si "modifica in CORSA" perché precedentemente STABILITO...in queste cose essere SMART e' importantissimo.
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Il metodo da utilizzare si è quello che è sempre ESISTITO, quello di OSSERVARE e soprattutto saper ASCOLTARE...il padre eterno ci ha fatto due orecchie per ASCOLTARE il doppio di quello che PARLIAMO...solo da lì riusciamo a capire quali sono gli OBIETTIVI dell'AZIENDA, se sono OBIETTIVI sproporzionati rispetto ai BUDGET messi a disposizione...o pensare che i SOCIAL possano risolvere TUTTI i problemi di un'azienda. I SOCIAL sono lo SPIN OFF di quello che succede nella realtà della propria AZIENDA. Determinate aspetti NEGATIVI si ritorcerebbero contro il megafono e la diffusione che i SOCIAL possono avere.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Personalmente non seguo, non imito le strategie aziendali di Brand più grandi e famosi, molte volte ci sono aziende molto capaci e professionisti che hanno un'autonomia nelle varie fasi della gestione di una PAGINA FACEBOOK, purtroppo molte volte la "CATENA di COMANDO" e' troppo lunga e farraginosa, troppe persone decidono, quando l'utente vuole naturalezza nelle risposte e risposte in tempi brevi. L'utente SOCIAL ama non essere preso in giro, vuole risposte certe e sincere e non risposte "costruite", li vuole in tempi RAPIDI e soprattutto non vuole che la gestione di una pagina Facebook non diventi un COMUNICATO STAMPA.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Diciamo che gli ERRORI da non fare sono tutti sopracitati:
- Vivere la realtà delle COSE di tutti i giorni
- ASCOLTARE, ASCOLTARE, ASCOLTARE...
- Avere TEMPI di REAZIONE adeguati ai tempi di RIPOSTA del MERCATO
- Quando si fanno ERRORI di comunicazione e di contenuti...sapere chiedere "scusa"
- Dire sempre LA VERITÀ
Gli errori più eclatanti in comunicazione sono stati:
(Non) Gestione delle CRISI...Patrizia Pepe, Groupalia, Paolo Barilla (La Zanzara Radio 24 sui Gay), caso Moncler...