Greta Lomaestro
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Greta Lomaestro
Head of Communication
dell’agenzia SEO Pro Web Consulting
Una delle mie citazioni preferite di Pessoa è “La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori”. Mi piace l’idea di parafrasarla per il nostro settore, dicendo che “La comunicazione è ciò che facciamo di essa. I messaggi sono i comunicatori”. Un’azienda è ciò che comunica, ciò che mostra all’esterno, ai propri potenziali clienti. Essere estremamente capaci ma non comunicarlo a nessuno, equivale a non esserci: la vecchia storia dell’albero che cade in una foresta disabitata…
Una buona strategia può portare grandi risultati in termini di brand awareness e di “percepito”: è ciò che stiamo portando avanti in Pro Web Consulting, un piano di comunicazione destinato a un target mirato, che possa veicolare l’alta qualità e la sartorialità dei nostri servizi di SEO, con sobrietà e attenzione alla sostanza.
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Il viaggio del contenuto è circolare: un buon contenuto deve nascere dalle mani di professionisti che sappiano cesellarlo al meglio, rendendolo interessante, bello e utile, così che possa arrivare all’utente finale e trasformarsi in conoscenza, in risposta a un bisogno, in informazione concreta, ritornando poi al mittente in termini di fidelizzazione e apprezzamento. Sia che si tratti di un comunicato stampa aziendale per i media B2B sia che si stia lavorando ai contenuti di un sito per l’ottimizzazione sui motori di ricerca, l’obiettivo è sempre lo stesso: scrivere bene, in modo informativo, pregnante, accattivante e scorrevole. È importante ricordare che la lettura sul Web è molto diversa da quella tradizionale, meno d’intrattenimento puro e più orientata a soddisfare una reale esigenza.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Blog e social media aziendali sono un buon veicolo per far conoscere all’esterno la propria realtà. A mio avviso, però, è sempre bene mantenere il giusto posizionamento e tone-of-voice, anche in un mondo che sembra volutamente scanzonato e senza regole. Ingaggiare l’utente è importante ma non a scapito della propria credibilità: se sei un’azienda di consulenza non puoi condividere immagini di gattini e gif animate sull’ansia da lunedì. Questo lasciamolo alle fanpages di intrattenimento. Al contempo, non si può pensare di affidare la content curation dei social a chiunque: errori grammaticali, punteggiatura casuale e regionalismi affliggono anche le pagine di brand celebri. Va bene l’informalità e la volontà di interagire in ottica mainstream… ma con le dovute misure.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Un decalogo di errori di comunicazione? Con un po’ di ironia e irriverenza, si potrebbero stilare le “tavole della Legge” in ambito web marketing-communication:
1) Non avrai altro Dio all’infuori dell’Utente;
2) Non nominare le tecniche SEO invano;
3) Ricordati di santificare le guidelines;
4) Onora il Lead e la Brand Awareness;
5) Non spammare;
6) Non commettere errori nei testi;
7) Non rubare le idee creative dei competitors;
8) Non dire falsa testimonianza (sui Social);
9) Non desiderare i budget d’altri;
10) Non desiderare la pianificazione media d’altri.
Scherzi a parte, ci sono stati recentemente in Italia casi di comunicazione di cui si è molto parlato, sia in termini negativi, basti pensare alla campagna Melegatti, sia positivi, ad esempio l’intervento di Eni su Twitter nella diatriba televisiva con Report. A mio avviso, l’essenziale è sempre rimanere fedeli al proprio set di valori e al posizionamento che si vuole mantenere, evitando il presenzialismo compulsivo e la prolissità a favore della qualità e della sintesi.