Rosa Giuffrè
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Rosa Giuffrè
Consulente di Comunicazione e Blogger
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Alle volte ho la sensazione di scoprire ‘l’acqua calda’. Nulla contro Godin, intendiamoci, che oltretutto è uno dei miei ispiratori, ma il concetto è semplice: torniamo a terra, riapriamo gli occhi e capiamo che siamo in Italia! L’Italia è fatta di PMI, piccole imprese che per la maggior parte sono a conduzione familiare. Tutto ci riporta all’importanza della persona al suo valore ‘piccolo è il nuovo grande’ perché finalmente abbiamo capito che l’idea nasce dalla persona che deve essere valorizzata e non da focus group artificiosi. ‘Piccolo è il nuovo grande’ perché dalle piccole cosa nascono le grandi rivoluzioni (sappiamo giusto che Walmart ha raddoppiato l’incasso della sua catena di supermercati americani aumentando la grandezza dei propri carrelli?). Idee semplici che partono dalle persone che si devono sentire coinvolte.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
Per me non tutti i progetti creativi sono destinati al successo. Certo, oggi quello che la crisi insegna è che è necessario dimensionare investimenti e risorse, ma è proprio questo ‘obbligo’ che ci ha riportato alla dimensione umana. Una bella idea, fresca e coinvolgente può fare la differenza, ma lo farà ancora di più se supportata da piccole attività, magari pianificate nel tempo e non più affrontate in blocco. La bellezza del web è che ò’investimento è scalabile… e allora scaliamo! (un passo alla volta).
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
I social network rivelano inesorabilmente ciò che sei. I social network non sono strumenti, ma ambienti da abitare e li abitano persone che si aggregano in base a passioni, istinti e emozioni. Non vogliono più (e non vogliamo più) essere trattati come prodotti, ma come persone. Siamo essere umani, ma quante volte le ‘aziende’ intese come entità non hanno trattato i loro clienti come esseri umani? Oggi è il tempo di metterci la faccia, dell’essere più che dell’apparire: il valore e la propria reputazione digitale è la vera moneta. Chi imparerà o tornerà a essere umano, allora saprà vincere perché innescherà un rapporto di fiducia sincero con una persona (sì perché il cliente o l’utente o l’account prima di essere tali sono persone…).