Vittorio Toffalori
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Vittorio Toffalori
CEO Montascale Otolift Srl
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Partendo dal presupposto che il significato di “piccolo” e di “grande” andrebbe valutato e definito su base contestuale, mi sembra un concetto limitativo e non decifrabile: il marketing è una scienza dalle molteplici variabili. Ogni strategia dipende innanzitutto da come il brand si vuole posizionare, dalla tipologia di prodotto e di clientela e da una realtà di mercato globale e di settore.
Bisogna comprendere il grado di saturazione del mercato e di maturazione del prodotto, e non solo per il presente, ma anche in proiezione futura, ipotizzandone l’evoluzione e tenendo in considerazione il mercato virtuale. In questo senso non direi che piccolo è il nuovo grande, ma che “giusto” è il nuovo grande, dove per giusto si intende una strategia studiata ad hoc per una precisa situazione e condizione temporale.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
La strategia è, di certo, differente a seconda del budget allocato, ma questo non ne deve modificare la valenza qualitativa. Tutto va adattato alle dimensioni e ai volumi del proprio business.
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
Ovviamente è necessario parlare attraverso strumenti diversi e linguaggi diversi a target differenti, adattando la comunicazione a seconda che la propria strategia di marketing si rivolga al singolo o alla massa. Parlando di mercato futuro, trovo che la variabile fondamentale non sia tanto la relazione quanto il tempo, la velocità sempre maggiore alla quale si muovono l’informazione e l’interazione.