Lorenzo Corbo
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Lorenzo Corbo
Founder White Label, Partner Viva l'Italia
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Seth Godin lo scriveva 10 anni fa. Allora, tempi in cui i gruppi e holding andavano di moda e i singoli cercavano di raggrupparsi era una previsione, oggi purtroppo è una necessità economica.
Le capacità creative non sono una prerogativa di realtà strutturate o meno, così come non si può dire che strutture grosse abbiamo idee noiose e solo le piccole possano averne di fantastiche.
La verità è che oggi il mercato contratto (soprattutto in Italia) difficilmente concede alle strutture piccole di ingrandirsi mentre impone a quelle grandi di ridursi.
Se guardiamo la situazione globale ci sono molti casi in cui small is the new big, agenzie come Droga5, per citare la più facile, si ingrandiscono e continuano a vincere premi...
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
In termini di creatività non dovrebbe esserci differenza. Ci sono campagne create in low budget che hanno ricevuto riconoscimenti a Cannes. Mentre in termini di strategia e di tempo e risorse impegnate, la riduzione del budget purtroppo non può portare un’ottimizzazione. È come se invece di fare il pieno ad un’auto, si riempisse solo metà serbatoio aspettandosi di fare più strada.
Si certo, si può spegnere l’aria condizionata, mettere la quinta senza più cambiarla e andare a velocità costante senza fare sorpassi, magari ci si mette anche in scia ad un camion e si, alla fine, faremo un po più strada, però, bisogna dirlo; MA CHE VIAGGIO DI MER..!
Le aziende dovrebbero considerare che dentro la macchina ci sono sia l’agenzia che loro stesse, perché si sta andando nella stessa direzione, anzi l’agenzia sta facendo da autista!
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
Con i social, non ci sono più clienti, ma utenti, amici, follower, fan, non è un caso che, appunto, non si chiamino clienti.
Personalmente non sono convinto che tutte le aziende lo abbiano capito, anzi sono convito che anche alcune agenzie non lo abbiano capito.
Gli utenti, parlano, cercano, si confrontano, vale sia per un’auto che per una saponetta. Non è solo una questione di strategia, ma di atteggiamento, per poter sfruttare i social network e tutto quello che ne deriva come appunto, opinioni e opzioni, le aziende devono essere disposte ad un confronto con gli utenti. Lo sono?