Michele De Capitani
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Michele De Capitani
Presidente - Web Scientist
Owner, Seo & Web marketing Prima Posizione
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
In un modello industriale, la conformazione è una prerogativa fondamentale. Per oltre 100 anni abbiamo ottimizzato i processi produttivi cercando di fornire il più gran numero di persone possibili cercando appunto di “soddisfare la massa”. Ora però la massa è sazia, sembra ovvio e una frase fatta ma “tutti hanno tutto” e quindi l’unica scelta è la differenziazione.
Questo oltre ad essere un’ottima strategia di marketing, è un’esigenza dettata dalla sempre più impellente voglia di “anticonformismo” della società moderna, che appunto avendo ottenuto livelli di benessere grazie all’industrializzazione e alla propria standardizzazione, inizia a coltivare necessità individuali mettendo in evidenza la propria unicità, non come “consumatore” ma come individuo pensate: l’essenza dell’essere umano.
Per le nuove aziende e quelle che vorranno cavalcare i prossimi decenni è indispensabile avere determinate caratteristiche fisiche, mentali e di organizzazione: leggerezza, elevata personalizzazione, flessibilità, velocità e empatia. Tutti fattori che solo una piccola e compatta attività può sostenere nel tempo.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
Si, ne sono profondamente convinto e credo che già quelli che consideriamo grandi gruppi se ne stiano accorgendo. Infatti sempre più spesso li sento parlare di scarsi risultati, campagne di mass-marketing miseramente fallite, strategie di branding completamente inefficaci.
Ovvio che lavorando con grandi budget e su grandi numeri il marketing funziona ancora, ma sempre meno.. ad ogni “sparo” si raccolgono sempre meno dati, sempre meno clienti. Questo è insito, e ne è la dimostrazione, che la “massa” sta cambiando ed è sempre più immune alla persuasione pubblicitaria (a me piace pensare che il cervello di ognuno di noi sia evoluto ed abbia creato dei veri anticorpi alla pubblicità invasiva).
L’unica strada possibile in futuro credo sia quella di intercettare esclusivamente un pubblico fortemente interessato alla proposta commerciale, cosa che i motori di ricerca fanno già da tempo rendendo visibili le aziende nel momento in cui i suoi potenziali clienti manifestano l’esigenza cercandola sul web… il vero marketer del futuro è in grado di sfruttare ed utilizzare anche tutti gli altri media per colpire esclusivamente un target già caldo e predisposto a prestare attenzione, ascoltare l’offerta e procedere all’acquisto.
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
Certamente quella dei socialnetwork è una grande opportunità per le Big Company che per l’appunto possono tornare a colloquiare col proprio cliente, con un rapporto 1-to-1.
L’unico problema è che molte di questi colossi sono talmente disabituati a questo tipo di comunicazione così diretta che la temono (anzi alcune con cui ho parlato ne sono talmente terrorizzate che evitano l’argomento, come anguille cercano di scapparti fra le mani e si coprono gli occhi di fronte anche alle evidenze).
Personalmente sono convinto che si ha paura solo di ciò che non si conosce, quindi come professionista di digital marketing spingo le aziende a conoscere bene gli strumenti che la new-economy mette a loro disposizione e poi li sprono a “metterci la faccia”… infatti la tendenza è quella di voler delegare all’agenzia questo immane lavoro (si la gestione della comunicazione sui socialnetwork richiede molte risorse e soprattutto tempo) ma una comunicazione diretta non può avere intermediari, pertanto ottengono ottimi risultati solamente chi si mette in gioco, ascolta e dialoga costantemente e personalmente coi propri clienti.