Mario Pellizzari
Storytelling: l'Arte di raccontare storie in Comunicazione
Mario Pellizzari, giornalista e docente di Storytelling allo IED di Milano
Come utilizzare oggi in modo innovativo lo storytelling a partire dai suoi elementi costitutivi?
Seguendo con attenzione l'evoluzione dei modi di fruizione delle storie da parte del pubblico, soprattutto in riferimento ai nuovi device o formati che la tecnologia propone. Gli obiettivi del racconto sono sempre gli stessi dall'origine dell'umanità: stupire, divertire, commuovere, convincere, attivare, unire. La sfida è come portarli a compimento nella complessità della vita contemporanea, conducendo una lotta sempre più feroce per guadagnare il tempo e l'attenzione dell'audience.
Se lo storytelling è anche strumento per gestire al meglio la comunicazione, quali sono gli ingredienti per creare un brand di successo e quali le strategie per mantenerne alta la reputazione?
Il successo, l'applauso (e l'acquisto) sono prerogativa del pubblico, a suo insindacabile giudizio. Partire dall'ascolto sensibile e aperto è la migliore strategia per costruire una storia vincente. Altri ingredienti irrinunciabili sono curiosità e coraggio di sperimentare. Remano contro: gusti personali del cliente, morboso attaccamento all'immagine (già vecchia?) del brand e alle sue campagne di comunicazione passate, incapacità di allontanarsi dalla logica “il mio prodotto sempre al centro + la lista della spesa delle sue mirabolanti qualità” e soggezione nei confronti dei competitor.
Quali diventeranno in un prossimo futuro le qualità più richieste ai professionisti? Come il cambiamento del mondo della comunicazione ci può guidare a nuove vie?
Sicuramente l'adattabilità e il continuo aggiornamento. Ma lo storyteller che vince è quello che con intuito e sensibilità non si stanca mai di leggere, guardare, ascoltare il flusso infinito di storie, antiche e contemporanee, che altri autori hanno composto. Da Shakespeare a Glee, passando per Upworthy, il nuovo Spider-Man o il film che vincerà il piccolo festival della nostra città. Perché il talento da solo non serve a nulla e le storie più originali sono quelle che hanno metabolizzato meglio tutte quelle inventate prima di loro.