Nicola Murru
Storytelling: l'Arte di raccontare storie in Comunicazione
Nicola Murru Senior Digital Designer
Come utilizzare oggi in modo innovativo lo storytelling a partire dai suoi elementi costitutivi?
Raccontando in tutti i modi possibili una sola storia, nel miglior modo possibile.
In passato il successo di una storia dipendeva di gran lunga dalla capacità del narratore di renderla diversa mescolandone gli ingredienti, e il successo del narratore dal bagaglio di storie da raccontare. Credo che oggi, tempo di una vera e propria rivoluzione, più che il variare gli elementi di una storia, conti canalizzare il desiderio dell'ascoltatore di diventarne parte attiva, attore del racconto, fino ad arrivare a narrare essa stessa e ad alimentare autonomamente quella varietà necessaria al racconto.
Riferendomi ad un'opportunità concreta, da appassionato non posso non pensare ad una secondo me manifesta opportunità di fare storytelling, di uno dei nostri marchi più importanti, Piaggio. Auspico che nel tempo tale brand si riappropri della propria forza e non lasci ai singoli gruppi di appassionati la creazione e la gestione di piattaforme nelle quali condividere la propria passione per quei suoi mezzi che hanno fatto la storia.
Quei canali infatti, più che luoghi in cui scambiarsi informazioni tecnico-meccaniche, sono testimonianza di migliaia di storie d'amore nei confronti di quelli che sono prodotti dell'azienda, per quanto più o meno datati; e il brand dovrebbe essere il promotore di questi racconti e utilizzarli strategicamente, dovrebbe saper sfruttare quell'enorme bacino di utenza che esiste già naturalmente, e convogliarlo verso strumenti più efficaci e gestiti dall'interno; non credo che per fare ciò basti semplicemente sfruttare il mito “per conto terzi”, appoggiandosi a qualche comparsata in adv altrui. Tanto più che il lancio di alcuni degli ultimi modelli richiama apertamente la tradizione passata.
Eppure procede, a mio modesto parere, secondo logiche fin troppo tradizionali.
Lo sviluppo del mito, in questo caso, sarebbe uno straordinario strumento di crescita per la storia futura del marchio.
Se lo storytelling è anche strumento per gestire al meglio la comunicazione, quali sono gli ingredienti per creare un brand di successo e quali le strategie per mantenerne alta la reputazione?
Più che di strategie parlerei di tattiche. La strategia è la cross-medialità, ma questo dovrebbe ormai essere assodato. Credo infatti che i brand più attivi abbiano ormai ampiamente metabolizzato l'affermarsi, come media primario e dominante nel panorama dei mezzi di comunicazione, della rete. Questa è ormai caratterizzata da una tale varietà di tipologie editoriali, da aver superato il concetto di media, diventando il Cross-media.
Riferendomi allo storytelling credo sia facile pensare alla rete come allo spazio fisico che ospita il fuoco attorno al quale si narrano le storie; il brand deve diventare quel fuoco. Dobbiamo costruire il maggior numero possibile di sentieri verso il nostro fuoco, sfruttando ogni nuovo passo avanti tecnologico. Ogni innovazione tecnica nella rete, ogni passo avanti verso l'internet delle cose costituisce un'opportunità di avvicinamento al nostro brand.
Ancora di più, proprio grazie all'enorme quantità di innovazione che nella rete possiamo trovare, questa è diventata il "place of wonder" per eccellenza. Luogo di per se stesso del racconto.
Tatticamente, l'accortezza di codificare ogni sentiero in modo riconoscibile e coerente può fare la differenza tra il successo e un enorme, ma inconcludente, spreco di risorse.
In questo senso, credo che l'unione della profonda comprensione della semiotica del racconto, o, ancora meglio, della cosidetta Semioscreen, alle best practice dello User Centered Design, costituisca, un'arma formidabile nelle mani del moderno narratore.
Infatti, oltre a presidiare in modo attivo e propositivo i principali canali, quali Youtube, Facebook, Twitter, Pinterest, le piattaforme di streaming e gaming on-line come xbox-live o ps network, tanto per citarne alcuni, con contenuti qualitativamente adeguati, guidati quindi innanzitutto da una costruzione semiotica, la realizzazione pratica della piattaforma che ospiterà il racconto deve essere guidata dallo stesso rigore che il nostro brand dedica allo sviluppo dei propri prodotti, con l'applicazione, quindi, dei piani di sviluppo codificati nello User Experience Design. Il linguaggio risultante, pur differenziandosi nei "dialetti" propri dei differenti canali, comunicherà così un solo messaggio.
Tale rigore procedurale e tecnico non deve essere visto come una gabbia per la creatività, ma come condizione necessaria alla migliore resa della “rappresentazione”. Renderà disponibile l'ascoltatore all'ascolto del nostro racconto, fornendogli al contempo strumenti condivisi per rendersi a sua volta narratore del nostro brand.