Carlo Sensi
Il progetto informazione e i nostri strumenti di comunicazione
Carlo Sensi New Business Developer
Isobar Communications Milano
Sotto indagine è quest'anno il tema dell'informazione. Tra parola e immagine, oggi, quale è più efficace a livello comunicativo?
Entrambe possono essere efficaci e la scelta è in funzione dell’audience. Se lo scopo di una moderna agenzia è quello di catturare l'attenzione, allora, ben vengano le parole per esprimere dei concetti che stimolano, tanto quanto le immagini d'effetto, che possono essere curiose ma anche “forti”. Mi sento di dire che: “Il fine giustifica i mezzi”. Molto dipende certamente dal prodotto, dal target e dalla strategia che intendiamo perseguire.
Quali ritiene siano, a livello informativo, gli aspetti su cui focalizzarsi per comunicare nel modo corretto e, quindi, far prevalere oggi un prodotto rispetto ad un altro?
Personalmente non sono un fautore della comunicazione troppo sintetica. A mio parere il fenomeno dell’user generated content, tanto valorizzato oggi nella comunicazione digitale, è proprio il contrario della sintesi, perché mira a stimolare le persone a investire più tempo su un ben determinato brand. Vige anche questa regola: più tempo ti faccio passare con me, meno tempo ti rimane da passare con gli altri competitor.
Quanto è importante per il creativo il giudizio del target di riferimento sull'informazione data?
A livello di percezione di un messaggio è indubbia e notevole la differenza tra i vari media. In televisione, oggi, gli anchor man tendono a invitare spesso gli spettatori a tornare sul canale al momento del lancio pubblicitario, dando per scontato lo zapping. In internet, c'è senz’altro un’attenzione diversa e non paragonabile, perché esiste l’effettiva possibilità di stimolare all’approfondimento del messaggio pubblicitario. Qui, dopo che si è riusciti a catturare l’attenzione dell’utente con una valida idea creativa, si può dimostrargli la validità dell’offerta grazie all’approfondimento. Sul media internet, poi, si può sapere tutto e molto di più. Mi spiego meglio, quando usciamo da un negozio ci portiamo con noi uno scontrino che racconta ciò che abbiamo acquistato, ma non che interessi abbiamo, quanto tempo abbiamo passato, ad esempio, a guardare e valutare dei libri in alternativa che poi non abbiamo comprato. Nel caso di un sito e-commerce, invece, sono maggiori le informazioni di cui resta traccia tangibile. Il dato di cassa rimane lo stesso ma abbiamo un dato di navigazione importante che “dice” quali sono i titoli che preferiamo, quanto tempo e quante pagine abbiamo navigato e via dicendo. Queste informazioni sono per i creativi e per le aziende un tesoro prezioso nella costruzione di dinamiche promozionali parallele o successive. Maggiori qui diventano le possibilità di successo nell’induzione all’acquisto perché possono incentrarsi su quanto effettivamente interessa quel target.