Intervento di Orazio Granato
Atti della Tavola Rotonda del 26 Maggio 2010
Comunicazione = informazione, intrattenimento, creatività
Pasquale Diaferia Creative Chairman Special Team, moderatore dell’incontro:
“ La tecnologia è stata finora molto coinvolta e allora vengo alla domanda per Orazio Granato: ma in tutto questo la tecnologia è un elemento passivo o ha ancora qualcosa da dare e da creare?”
Orazio Granato Amministratore Delegato A-Tono:
“Guardando il lunghissimo titolo della tavola rotonda di oggi mi sono chiesto: e la tecnologia dov’è? Per me, parlare di tecnologia significa infatti aver trovato il filo conduttore in grado di fare informazione, intrattenimento e creatività, compatibilmente con i nuovi mezzi. Porto questo esempio che utilizzo quotidianamente con i responsabili d’azienda con cui mi trovo spesso a parlare: se io devo portare ad aggiustare la macchina, la prima cosa di essere certi è che il meccanico da me scelto capisca qualcosa di motori, altrimenti non posso affidare a lui la mia automobile; se voglio tinteggiare casa, chiamo l’imbianchino, perché chi meglio di lui potrebbe occuparsi del lavoro intendendosi di pittura e pennelli. Il problema sta nel fatto che anche nel digitale non si può parlare di nuova comunicazione se non vi è adeguata preparazione a livello di tecnologia. Questo è il problema principale che le aziende da una parte e le agenzie dall’altra non comprendono, arrecando a mio parere danni enormi all’Italia. Spiegatemi come si fa a parlare di nuova comunicazione in un paese in cui i direttori creativi credono che il web sia una televisione e il blog sia un comunicato stampa; dove le aziende sono disposte a investire solo in televisione per non rischiare, perché la televisione è il mezzo più sicuro per evitare i flop. Fino a quando ci saranno questi presupposti, l’Italia sarà l’ultimo paese in Europa, e non solo. Enrico diceva che paragonando Italia a Israele, il rapporto è uno a cinquanta, davvero inquietante. Concludo dicendo che o cambiamo con il coraggio di farlo e non come uno slogan politico, oppure il problema non sarà tanto della mia generazione ma di quella futura, di mia figlia che ha undici anni con un avvenire davanti. Se vogliamo cambiare dobbiamo accettare tutti la sfida del cambiamento, non però solo a parole”.
Pasquale Diaferia Creative Chairman Special Team, moderatore dell’incontro:
“Entriamo quindi ora nelle difficoltà insite nella nuova comunicazione, aldilà di intrattenimento, informazione o creatività. Il problema è che in tutte le relazioni si rischia l’incomprensione. Uno spot lo metti in onda, finisce e se ti vogliono mandare a quel paese non lo percepisci. Ora c’è l’ingaggio, uno dei grandi temi del digitale. Vi faccio notare che il più grande ingaggio è il prodotto. Sapete che iTunes due mesi fa ha consegnato 10 miliardi di dischi? Nel frattempo gli specialisti, i discografici, si erano persi quell’occasione e dunque quote di mercato.
In tutto questo discorso chiedo a Orazio: la tecnologia cosa sta facendo? Cosa fa per dialogare?”
Orazio Granato Amministratore Delegato A-Tono:
“Un consiglio che mi sento di dare è di non andate in Chat Roulette da sprovveduti, perché può capitarvi di tutto e di più. Scherzi a parte, sono orgoglioso di lavorare per un’azienda dove su cento persone settanta sono ingegneri che vivono tra Pisa e Catania e dove, per logica etica, ho cercato di spostare il lavoro con le persone. Non c’è bisogno di andare nella Silicon Valley. La provocazione che ho voluto lanciare all’inizio, sulla quale sono sostenuto da molti colleghi della filiera, serve a dire che sappiamo tutti benissimo che non è facile fare uno spot, ma è diventata una cosa comune e scontata, mentre parlare di relazione non è semplice e fare comunicazione relazionale su un mezzo è davvero difficile se prima non conosco il mezzo. Non basta fare, per esempio, application per l’iPhone e creare Apple Store, se non conosco prima cosa posso fare con la logica della touch generation. La logica creativa, in sintesi, va calata nella dimensione del mezzo, se non avviene il creativo continua a creare in una stanza vuota, priva d’aria. Il creativo che conosce il mezzo crea valore. La tecnologia va conosciuta, quindi, per dare valore alla creatività altrimenti che senso ha fare delle applicazioni, quando non conosco le potenzialità insite nell’iPhone? Come non ha senso comunicare su Twitter solo perché è di moda. Questo è lo sbaglio più grande che l’agenzia può fare nel proporre soluzioni alle aziende.”