Renata Prevost
Direttore Creativo Communication Management
Renata Prevost Direttore Creativo Communication Management
Esiste un “modello di comunicazione” in grado di controllare la Brand Experience?
Come le agenzie di comunicazione si stanno attrezzando per crearlo in un prossimo futuro?
Credo che attualmente non esista un modello nè vedo grandi cose nelle agenzie, solo molta molta confusione...chiedono la guerrilla marketing, …..solo parole
Questa in effetti si faceva già dieci anni fa, si chiamavano azioni saltuarie a basso costo, da usare attraverso media non convenzionali...Eventi mirati a basso costo insomma. Niente di nuovo...nei momenti di crisi la creatività aiuta non solo il marketing...cosi come ora per risparmiare invece di far fare le colonne sonore per i filmati da un musicista si vuole chiamare il sound director che altro non è che un montatore che ti mette anche la musica, cioè prendi due paghi uno, ma molti si sono riciclati così e il cliente beve...peraltro questo era un termine usato dal grande Alfred Hitchcock mentre girava “La donna che visse due volte” la produzione che non credeva tanto in questo film sollevò problemi di budget e di conseguenza ne nacquero problemi sindacali insomma non ci entrava più il musicista allora lui lo chiamò sound director e lo fece passare per montatore...gabbata la burocrazia tutto risolto...fu un bel film...ah! viva le novità.
In quale modo la capacità di rinnovarsi di un Brand è trasmessa efficacemente al target di riferimento?
Più si è vicini al target in tutti i momenti della giornata e più si è vincenti.
Il Below the Line in questo senso la fa da padrone...è perfetto può seguirti davvero in ogni tuo spostamento quotidiano, sia nella tua città che altrove, basta sapere chi sei e dove vai oggi è facile attraverso blue tooth, carte di credito, telefonini, passa network. Oggi si può sapere tutto di te ammaliarti e accontentarti, prenderti quando hai le difese un pò abbassate..come fanno generalmente i prodotti di farmacia che ti appaiono dovunque quando meno te lo aspetti..
Come muterà la strategia delle grandi marche per comunicare al mercato l’innovazione dei propri prodotti o servizi? Potranno le grandi marche sopravvivere ai nuovi mercati?
Credo che al posto dei target trasversali di moda negli ultimi anni, sopratutto nell’acquisto, ora sta tornando tutto più personalizzato anche se pubblico.
Il fenomeno dei social network lo prova, ci sono io e parlo di me e ti dò tutto di me le mie foto i miei pensieri, potessi anche i miei sogni, ma lo dò a tutto il mondo...grande fratello per tutti anche da casa propria, pudori scomparsi...però grande individualismo e ideali personali..quindi grande ricerca del singolo o perlomeno di tribù ristrette e tanti messaggi diversificati sparsi pubblicamente dovunque....la pubblicità oggi prende chi la cerca e ormai siamo un popolo di cercatori...cerchiamo le tracce degli indiani che ci interessano..
Quali conseguenze comporta l’attenzione che le aziende riservano alle attività di comunicazione e alle particolari strategie proprie della Brand Activity?
Penso che ci vorrebbe più ricerca di mercato a monte di tutto per conoscere esattamente chi abbiamo davanti, una ricerca proprio da certosino...tutte le situazioni on demand che possiamo produrre per avere risposte vanno bene..per esempio sulle navi da crociera ogni cabina ti consente di chiedere da un suo video tutto quello che vuoi durante e dopo il viaggio...comodo per la compagnia per accontentarti sempre di più ma anche per stilare un piano marketing che possa proporti da prima quello che vorrai e ancora non sai......sulla nave e giù dalla nave nei luoghi in cui andrai con i quali fare business e anche quando tornerai a casa o per attirare in futuro altri tipo te...
Da qualche tempo stiamo osservando un certo sviluppo per alcuni settori del mondo della comunicazione. Esistono media che garantiscono un approccio privilegiato all’utente finale?
I media non garantiscono più niente sono numeri, ma dipende di nuovo da chi guarda cosa...come già detto il Below the Line in questo momento la fa da padrone e poi tutti i media guardati dal tuo target del momento, quindi dipende dal prodotto..Infatti è lui a scegliersi il media..così come quando devi arredare una casa devi starci dentro,guardare la luce e ascoltare ed è lei che ti dice come deve essere fatta...uguale ai messaggi di oggi e del nuovo target.
Quanto può ritenersi opportuno l’utilizzo di testimonial, di sponsorizzazioni o personalizzazioni di particolari eventi per un’efficace comunicazione del Brand?
Credo che non esista una regola, i grandi brand devono mantenere salde le loro radici e la loro storia, guai a lasciarla andare via. Anche se poi devono di anno in anno e ogni tre anni circa cambiare tutto, adattarsi alle nuove generazioni, ai nuovi modi e desideri....lo si può fare con parole o immagini o stimoli, ci vuole profonda attenzione e creatività proprio quella creatività un pò bistrattata ultimamente...in tutto questo e come da sempre il testimonial va bene se è profondamente legato al prodotto e al target, e non dura più di tre anni a meno che non sia una storia a puntate alla Armando Testa.quelle possono durare anche cinque anni...poi stufano tutti o comunque non gli si dà più l’attenzione iniziale...