ENTRARICERCA

Ginette Caron
Creative Director Communication Design

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Ginette Caron Creative Director Communication Design

Esiste un modello di communicazione in grado di controllare la Brand Experience?

Ogni cliente e ogni progetto va considerato a sé stante.

Purtroppo, o per fortuna (!) non esiste una ricetta per comunicare e creare una brand experience. Sarebbe troppo semplice e prevedibile.
Quindi ogni volta è un’ulteriore prima volta, bisogna rimettersi in questione e essere all’ascolto: ascolto del cliente e dei suoi bisogni, ascolto dei trends e dei valori che si vogliono veicolare e infine ascolto del proprio bisogno di superarsi nel creare una comunicazione fuori dal comune.

Se volessi elencare in ordine prioritario le doti necessarie al buon fine del processo creativo direi: 1- intuizione, 2- riflessione, 3- esperienza, 4- entusiasmo, 5- talento.

Potrebbe dare un esempio di total branding che ti è capitato di affrontare?

Knoll International mi ha permesso di realizzare un intervento branding a 360°. Si trattava di lanciare WA, un nuovo sistema di mobili per ufficio, evento tanto atteso perché era il primo sistema firmato da designers europei, all’occorrenza Piero Lissoni e Marc Krusin.
In quel momento il brand soffriva di una mancanza di visibilità e riconoscibilità. Erano passati anni dall’epoca d’oro quando avevano una visione complessiva e unitaria della loro immagine.

Come ha fatto quindi, iniziando con il lancio di un prodotto, a ridare visibilità e lustro al brand?

Il lancio era imminente e certamente l’intento era di cogliere l’occasione per creare le basi di tutta la nuova identity.
Analizzando il sistema di mobili, abbiamo coniato il doppio slogan “Simplicity of Complexity” dove la semplicità si riferisce sia alle forme geometriche che ai colori primari adottati dal sistema e “Complexity of Simplicity” dove complessità sta per la sofisticazione tecnologico-ingegneristica degli elementi e le infinite possibili permutazioni dei layout.

C’era da parte nostra la volontà di adottare un atteggiamento ludico per fare breccia in questo mercato sempre serio, istituzionale ma un po’ noioso.
Il logo WA (nome scelto dal cliente che significa armonia in giapponese) è quindi stato disegnato in modo da riconoscere un layout d’ufficio dove i piani di lavoro formano le lettere W e A.
Si sceglie un formato cartaceo fuori dalla loro normativa attuale per evitare il confronto diretto con gli stampati già esistenti che sono di un sapore completamente diverso.
Il press kit identità rivolto alla stampa e agli architetti è stato sviluppato come un percorso sensoriale alla scoperta del sistema: un sacchettino realizzato con la stessa rete dei pannelli divisori del sistema contiene tutta la documentazione di presentazione.
Vi troviamo inseriti una brochure istituzionale dove sono spiegati gli slogan e la filosofia del prodotto, 3 cartoline layout, un poster con diverse configurazioni possibili, un puzzle in neoprene (materiale delle soft parts del sistema) dove si può estrarre il logo e ricomporlo in layout diversi e infine un cd decorato da un pattern optical logomania ricavato dal logo WA.
Per gli allestimenti dei lanci di Milano e Londra sono stati sviluppati layouts come figure umanoidi per comunicare, con ludica semplicità le possibilità illimitate di aggregazioni che fanno l’unicità di WA.
Una animazione ripercorre la filosofia del prodotto: un piano, 2 piani, 3, fino a14 piani si compongono per formare il logo che si scompone e si ricompone come una figura umanoide molto giocosa. (http://www.ginettecaron.it/knoll.html).
Questo lavoro, pluripremiato in tutto il mondo ci ha dato molte soddisfazioni e ringrazio il cliente di averci dato l’opportunità di lavorare con parametri diversi.

Quale sarebbe il suo approccio al processo creativo?

Sono alla ricerca della leggerezza e provo sempre di applicarmi a ”the art of looking sideways” tanto decantata da Alan Fletcher. Bisognerebbe rivedere i lavori dei nostri antenati grafici come Paul Rand, Nizzoli, Munari, Tomaszewski e ritrovare la loro freschezza.

Penso che nel team di progettazione, oltre allo stratega, l’art director, il grafico, il copy, il fotografo, l’architetto e il web designer, ci sarebbe sempre bisogno di un sociologo, un poeta, un filosofo, un visionario e un bambino.

Infine mi piacerebbe offrivi questa citazione di Louis Kahn:
“Form comes from wonder”.

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Ultimo aggiornamento:
1 agosto 2022
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