Gianmarco Montanari
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Ispirazione e produzione creativa. L’ispirazione ci accompagna, e come si dice non dà preavvisi, la produzione spesso conferma le idee e il lavoro di team produce sempre i migliori risultati.
Gianmarco Montanari
Director General Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
Come nasce l'ispirazione, per un creativo di oggi? Dove traiamo la nostra "ispirazione" che ci porta a rivelare ciò che esiste ma è nascosto?
E’ un percorso arduo che crea ansia quando si cerca con pervicacia quella parola, quella nota, quella idea di organizzazione o di business che crea, quando compare, entusiasmo e successo. Il riferimento più immediato che si può proporre e quello del cantautore che alla ricerca dell’ispirazione per i suoi brani umanizza l’ispirazione e gli si rivolge così:” e vorrei sapere tanto dover stai ti nascondi così bene e non ti trovo mai…”
Nella loro semplicità queste parole comunicano una grande verità. Il lavoro che ci si accinge a compiere quotidianamente e cercare di scovare di portare alla luce ciò che, appunto, è davanti ai nostri occhi ma non lo vediamo. Questa parziale cecità è dovuta in gran parte a noi stessi, alla vita frenetica che conduciamo senza concederci mai un attimo per pensare per ascoltare. Ecco, ascoltare quello che gli altri dicono, afferrare i loro pensieri espressi, anche quelli in velocità, è un modo per aprirsi, per vedere in un lampo ciò che è vicino a noi e che non cogliamo. La presunzione di avere già capito tutto, di avere già la risposta pronta, di sentire un’irrefrenabile bisogno di passare ad altro annulla la possibilità di raggiungere l’ispirazione.
Spegnere per qualche munito il telefono, ascoltare buona musica, leggere qualche pagina di un libro. E l’ispirazione per ogni attività che stiamo conducendo, arriverà.
Come riconoscere la consapevolezza delle proprie competenze nel nostro ambito lavorativo? Come misurarsi con questo aspetto nello svolgimento dell'attività professionale?
Non è un processo facile. E’ un percorso che, almeno nella fase iniziale dell’attività lavorativa, si fonda sul giudizio altrui. La competenza viene riconosciuta da coloro dai quali dipendiamo da chi ci osserva, i nostri colleghi, i concorrenti, i dipendenti.
Questa routine lavorativa conduce, nel corso del tempo, alla creazione di parametri di autovalutazione che mettiamo sul tavolo ogni qualvolta sentiamo di dovere esprimere la nostra competenza.
Naturalmente il tempo e l’esperienza sono dei compagni di viaggio indispensabili nel percorso che ci porta ad avere la consapevolezza delle nostre competenze Si tratta di un momento di giusta affermazione e non, come si potrebbe pensare, di un atto di presunzione. La competenza, seppur spesso vilipesa dalle scelte della politica nostrana, è il miglior biglietto da visita di un professionista.
Ma questo accenno polemico introduce uno stimolo interessante. In IIT la competenza è un fattore determinante per la scelta e la permanenza di scienziati nella nostra organizzazione. Il concetto della meritocrazia viene quotidianamente affermato. Si tratta di requisiti normali per qualsiasi centro di ricerca internazionale.
Nel nostro mondo condiviso non ci si può più permettere di agire da soli. Con chi costruire alleanze per rispondere alle esigenze del mercato di oggi?
Con chi guarda al futuro con gli occhi dell’innovazione e della ricerca applicata a nuovi modelli organizzativi, alla sostenibilità delle produzioni alla costruzione di modelli sociali dove dopo aver creato opportunità di lavoro per i giovani, si pensi ad altre categorie quale quella degli anziani che possono essere coinvolti evitando di emarginare persone che, appunto, possiedono grandi competenze. Le esigenze del mercato possono essere condizionate e divenire molto più competitive se si guarderà alla ricerca e alle sue applicazioni come a uno dei maggiori influencer in una società che sta mutando rapidamente e che attende da tutti noi impegno, determinazione, visione.