Daniele Salamina
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Daniele Salamina
Imprenditore e Coach, Autore del Libro Google Marketing (Apogeo/Feltrinelli).
Fondatore e Amministratore Unico di Endivia, agenzia di Web Marketing con sede a Milano Partner Google e Microsoft Bing Ads.
Co-Fondatore e Amministratore Unico di ONYX Academy™, Accademia di Formazione sul Beauty che in questi anni ha formato oltre 5.000 professionisti provenienti da tutto il Mondo.
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati?
La sensibilità, in senso letterale, è l’abilità di percepire il mondo che ci circonda attraverso i cinque sensi. Per quella che è la mia esperienza la sensibilità maggiore la mostra chi è in grado di stimolare quella degli altri e farla sbocciare, perchè significa che è in grado di vedere il mondo con gli occhi di qualcun altro, mettersi nei suoi panni con grande empatia e delicatezza.
Gli artisti in generale hanno una spiccata sensibilità perché riescono a suscitare emozioni in persone che non hanno mai visto, che non conoscono, in tutte le parti del mondo e in tutte le epoche. Suscitano emozioni nelle persone perché sono in grado di rappresentarle.
Come l’artista, anche il Brand parla al proprio pubblico e deve relazionarsi ad esso cercando di comunicare qualcosa, quel qualcosa non è certo quanto un prodotto sia bello, buono e utile. Il messaggio deve rappresentare un valore comune, uno stile di vita, una fede, deve essere quel quid in più che li fa sentire parte di qualcosa.
Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione?
Il segreto è distaccarsi dal proprio brand, non concentrarsi sulla sua funzione letterale, ma sull’emozione, sulla reale finalità che esso rappresenta per il proprio target, spesso tutto quello che serve è guardarsi dentro e chiedersi perchè facciamo quello che facciamo tutti i giorni, come ci fa sentire e cose vogliamo ottenere.
E non è certo un concetto nuovo. E’ dai tempi dell’invenzione della ruota che l’uomo guarda oltre l’oggetto fisico e vede quello che rappresenta per lui, vede cosa gli permette di realizzare e quali emozioni gli fa sentire.
Nessuno avrebbe mai utilizzato la ruota se non per la consapevolezza che quell’oggetto significava poter muovere delle cose, potersi spostare in modo più efficiente e veloce, significava costruire oggetti complessi utili al sostentamento e alla vita, significava (e significa tutt’oggi) la libertà di fare cose che prima non si potevano fare o la possibilità di farle meglio.
Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
Il fattore umano è quel “magico” mix di intelligenza, guizzo creativo, intuizione e coraggio che riesce a cogliere la cosa più importante di tutte: capire e trasmettere ciò di cui la gente ha bisogno e non ciò che la gente vuole o pensa di volere.
Il fattore umano è quello che farà sempre la differenza se si vuole fare emotional branding attraverso uno storytelling efficace, che sia in grado di ispirare le persone al cambiamento in positivo.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa?
La tecnologia è il mezzo per arrivare più in fretta, in modo più chiaro e diretto al nostro pubblico.
La tecnologia ci offre anche la possibilità di superare la comunicazione e raggiungere un dialogo per offrire ai consumatori un’esperienza di acquisto e di fruizione del prodotto dinamica e personalizzata.
Gli assistenti vocali, le chat, i semplici autoresponder che inviano le informazioni richieste in modo automatico a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno, sono banali esempi di come tutto il processo di vendita sta cambiando per essere reso più semplice e più veloce.
Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali?
Le chat dove ottenere una risposta immediata sugli ecommerce e su Facebook sono un esempio emblematico, perché rassicurano l’utente ed eliminano le paure di acquisto che ognuno di noi ha. Sono l’anello di congiunzione perfetto tra la telefonata, spesso percepita come impegnativa, e la mail, poco affidabile perchè oggi tutti vogliono una risposta immediata. Chi arriva tardi perde il cliente.
Il fattore umano aiuterà tutti i processi di acquisto e fruizione dei prodotti e dei servizi ad essere sempre più personalizzati, studiati ad hoc per il singolo cliente.
Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
L’ADV classico rimane un asset importante per ogni strategia di marketing, perché è ancora in grado di amplificare il messaggio e portarlo su più piattaforme. Ogni giorno siamo bombardati da messaggi pubblicitari,le ricerche indicano che prima di fare un acquisto su un sito siamo esposti ad esso su almeno due o tre piattaforme diverse.
La presenza è quindi un elemento imprescindibile, è chiaro però che più il messaggio è emozionante, nel senso proprio di suscitare emozioni, maggiore sarà la possibilità per il brand di differenziarsi dalla massa.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori?
E’ importante nella misura in cui ci affacciamo su territori di interesse per il nostro pubblico di riferimento. Se siamo in grado di capire quali argomenti gli stanno a cuore, quali argomenti li emozionano allora possiamo pensare di affacciarci su diversi settori.
Quali sono i casi di successo più eclatanti?
Credo che ogni articolo che parli di marketing in varie salse, prima o poi , si trovi a citare Apple. Se parliamo di esplorare diversi settori, Apple con l’iPod prima e l’iPhone poi portò due prodotti non Mac sul mercato che non avevano domanda ed ebbero un successo assoluto. Torniamo al concetto della ruota, alla libertà di poter fare cose che prima non si potevano fare e questo grazie ai prodotti Apple.
E Amazon? La storia inizia con un ecommerce di libri, oggi è un market place internazionale dove trovano spazio tantissimi venditori, ti permette di fare la spesa e riceverla direttamente a casa in due ore ed è anche una piattaforma on demand di contenuti multimediali. Una gestione semplificata di vari aspetti della nostra vita, i servizi Amazon sono la soluzione semplice e veloce ai nostri problemi quotidiani.
Red Bull è un altro brand che fa promozione per la propria bibita creando la situazione perfetta in cui berla. Celeberrime sono le sponsorizzazioni sportive e musicali di questo brand. Oggi la società possiede due scuderie di Formula 1, varie squadre di calcio e hockey. Red Bull conosce il proprio target e crea eventi emozionanti e interessanti dove creare engagement.
Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
Non si perde valore quando si resta vicini ai propri valori, perdonatemi la tautologia ma la cosa importante è avere sempre in testa e nel cuore le cose che sentivi e volevi trasmettere quando tutto è iniziato, quando il tuo brand è nato.
Gli esempi appena citati di Apple, Amazon e Red Bull sono emblematici in questo senso, brand che non hanno perso il loro valore, anzi ne hanno guadagnato, perchè sono rimasti fedeli a loro stessi e alla mission iniziale, sono rimasti fedeli ai desideri del proprio pubblico, anzi arrivando spesso ad anticiparli.