Sarah Massa
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Sarah Massa
Founder SayMore.it
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Osservando il nostro settore, il “piccolo” salta all’occhio: piccoli sono i budget e le imprese che si affacciano alla comunicazione, spesso incoraggiate dal potenziale di Internet; così come piccoli sono molti operatori, professionisti che lasciano le agenzie e lavorano come freelance. Il lato negativo è che abbiamo il timore che chi ha grandi idee finisca con il sentirsi come Gulliver dopo il brusco risveglio a Lilliput. Il lato positivo è che se ci alziamo in piedi ci rendiamo conto che nuove opportunità possono fare del piccolo il nuovo grande, a partire dal ruolo assegnato dagli strumenti digitali alle persone.
Linkedin, il social con il più alto potenziale in questo momento, lo dimostra: non solo è cambiato il target, ma a comunicare ormai non sono più le organizzazioni come entità astratte, ma gli individui che ne fanno parte. Inoltre, tanti piccoli che si uniscono diventano una proposta nuova, più grande. SayMore nasce proprio da questa opportunità, come network di professionisti della comunicazione, abituati a lavorare insieme e coordinati da un solo referente, pensata per portare avanti gli obiettivi della struttura partner, che sia un’azienda oppure un’agenzia, che ha bisogno di supporto su un singolo progetto o per un periodo di tempo limitato e per questo non ha interesse a strutturarsi internamente.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
Per noi non solo “può”, ma deve, perché solo così possiamo raggiungere obiettivi che restano ambiziosi. “Ottimizzazione” è un termine che definisce non solo il nostro approccio, mirato a ottimizzare i costi di struttura, ma anche il nostro metodo di lavoro: partiamo sempre dall’analisi di quello che già esiste per intervenire solo dove serve, con le risorse che servono e per il tempo necessario.
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
Si è ormai compreso che è necessaria una strategia social e che oggi anche Facebook è un media sul quale investire. Altro concetto ormai ben penetrato è la necessità di veicolare contenuti di qualità, creando interazione. Quello che vediamo adesso, però, è che spesso viene trascurato il valore del branding, le regole del caro vecchio marketing, che non è andato in pensione, è bene ricordarlo, è solo stato integrato da nuovi strumenti che si evolvono a una velocità superiore. Così abbiamo canali aziendali che veicolano contenuti di successo, ma con un impatto sulle vendite minimo e con una trascurabile crescita della brand awareness.
Quando questo accade serve rifocalizzarsi, ricordandoci che non tutti vendiamo puro intrattenimento e quello che va bene per promuovere un canale tv, non è detto vada bene se produciamo materassi. Anche se piace a tutti e ha buone probabilità di finire nella top ten dei più cliccati in rete.